4 febbraio 2009

NATIVI AMERICANI: LA TRIBU' COSMICA


Storie e leggende tramandate da secoli tra i Pellerossa parlano chiaramente di Alieni, Crop Circles e viaggi interstellari

di Lily Familiari

La civiltà moderna ha riscoperto pienamente il fenomeno UFO negli ultimi cinquant'anni, ponendosi domande che fossero in grado di dare una soluzione al mistero che circonda l'argomento. Oggi si continua a cercare le risposte ovunque, indagando in ogni possibile direzione, tranne quella che sarebbe più naturale, una delle più antiche, quella che porta alle popolazioni tribali delle Americhe. I Nativi sono lì, nelle loro riserve, dove la "civiltà" li ha rinchiusi, privandoli di tutto il loro orgoglio, della loro identità, cercando di integrarli nella società che li ha annientati, una società che loro non riconoscono come tale. Se qualche esponente di questa cosiddetta "civiltà" si prendesse il disturbo di parlare da pari a pari, con un Nativo, (eliminando i pregiudizi che li descrivono come selvaggi che raccontano storielle bizzarre e folcloristiche), troverebbe un membro di un grande e fiera civiltà, la Nazione Rossa.
Conoscono storie antiche e potrebbero possedere molte delle risposte che cerchiamo sulle origini di questo pianeta, dell'uomo, degli dei, o di quelli che noi consideriamo tali. I Nativi hanno molto da raccontare ma, come è sempre accaduto, nessuno vuole ascoltarli; eppure dovunque si arrivi sono già lì imperturbabili, imperscrutabili, come le montagne sacre che accompagnano la loro storia. Proviamo a farlo noi allora, curiosiamo nelle loro leggende, quelle che hanno tramandato di padre in figlio per centinaia di anni e che sono a disposizione di tutti coloro che hanno interesse nello scoprire la verità, non importa di che colore sia la loro pelle, rossa, bianca... o grigia.

OSAGE, FIGLI DEL SOLE E DELLA LUNA

Tra i miti si ritrovano storie che parlano di incontri tra fanciulle provenienti dalle stelle e uomini della Terra e si fa chiaramente menzione al fatto che i popoli nativi provenivano dal cielo. Gli Osage dicono che "all'inizio dei tempi, una parte degli Osage abitava nel cielo ed erano figli del Sole e della Luna; quest'ultima disse loro di andare a vivere sulla Terra e, una volta scesi sul pianeta, non poterono più tornare in Cielo". Le stesse leggende li accomunano agli Indios maya e aztechi. Non potrebbero essere più chiari e concisi quando affermano che "molto tempo fa gli Indios abitavano nel Cielo e nessuno conosceva la Terra".
La leggenda continua: il dio del tuono creò l'uomo; creò l'Indio e scacciò uno che tra loro era violento e uccideva senza motivo, bandendolo dal territorio, uno che aveva la pelle chiara. Un giorno un cacciatore cadde in un anfratto e rimase a penzoloni nel Cielo, incantato da un meraviglioso spettacolo sotto di lui. Una terra magnifica, una natura incontaminata, un mondo profumato, farfalle di mille colori e uccelli di ogni genere che emettevano suoni paradisiaci. Ne parlò agli altri Indios e molti di loro decisero di andare a colonizzare quel bellissimo mondo, lasciando la loro casa nel Cielo. Con una corda robusta scesero dal Cielo sulla Terra e decisero di colonizzare la foresta. Alcuni di loro, presagendo che la vita sulla Terra non sarebbe stata così bella, decisero di restare nel Cielo.
Un bimbo dispettoso tagliò la fune che univa il Cielo alla Terra e nessuno poté più tornare al Cielo o scendere sulla Terra, impedendo qualsiasi contatto tra le stelle e il nostro pianeta. Con il tempo sembra che il contatto sia stato ristabilito almeno unilateralmente: alcuni tra gli "dei" abitanti dei pianeti celesti scendevano di tanto in tanto sulla Terra per stabilire dei contatti con i terrestri o per motivi loro. Ne abbiamo testimonianza nella storia della fanciulla vestita d'argento: nei tempi antichi c'era un uomo che coltivava le patate migliori dell'impero; si accorse che le patate migliori del raccolto erano state rubate e mise suo figlio a guardia dei raccolto.
Il ragazzo fu testimone di una scena inconsueta: un gruppo di bellissime ragazze vestite con abiti d'argento raccoglievano i tuberi migliori da offrire agli dei. Quando si accorsero della presenza del ragazzo, le fanciulle scapparono e svanirono nel Cielo, ma lui fu rapido e riuscì a catturarne una. Il giovane rimase ammaliato dalla bellezza della fanciulla e le chiese di diventare la sua sposa: lei, per tutta risposta, lo supplicò terrorizzata di lasciarla ritornare in Cielo con le sue sorelle celesti perché se fosse rimasta sulla Terra sarebbe morta. Il ragazzo restò insensibile alle sue preghiere e la portò ai genitori, i quali le sottrassero il suo "abito d'argento" e la rinchiusero in una stanza. Dopo qualche giorno, la ragazza celeste riuscì a riavere la veste d'argento e svanì nel Cielo.Quando il ragazzo apprese della sua fuga, si disperò e chiese aiuto ad un grande condor che, previa ricompensa, si offrì di portarlo "in Cielo nel mondo degli dei". Viaggiarono circa un anno e arrivarono nella terra della sua amata. L'anno successivo ritornò sulla Terra e ritrovò i genitori che nel frattempo erano invecchiati di decenni.

LA LEGGENDA DEL CAPO M'SARTTO

Alcune storie sono lasciate alla fantasia e all'interpretazione personale: per coloro che credono nelle civiltà extraterrestri non è difficile identificare la veste argentea con una tuta spaziale, la terra celeste degli dei con un pianeta e il grande condor che viaggia nello Spazio con un'astronave. Naturalmente chi ha dubbi sull'argomento avrebbe bisogno di parole più convincenti, termini precisi e allora, andiamo a dare un'occhiata ai miti e leggende degli Indiani dei nord America, che in quanto a termini spaziali non fanno economia, non risparmiandosi nemmeno per quanto riguarda i nomi dei luoghi dai quali provenivano i loro "antenati" stellari.
Una leggenda Abenaki narra del capo M'Sartto (Stella del Mattino) e di suo figlio, un ragazzo che Io preoccupava molto perché si allontanava verso nord e spariva per giorni. Al suo ritorno non dava mai spiegazioni così suo padre decise di seguirlo. Seguì le sue tracce a lungo e, ad un certo punto, i suoi occhi si chiusero. Quando li riaprì, si ritrovò in un posto sconosciuta senza Sole, stelle o Luna, avvolto da un strana luce soffusa. Attorno a lui c'erano molti esseri, tutti diversi dalla sua gente e non poterono comunicare perché parlavano una lingua sconosciuta. Dopo qualche giorno un vecchio comunicò con M'Sartto nella sua lingua e gli disse che si trovava nel paese delle "luci settenttionali, Wa-ba-ban" e che lui era l'unico proveniente dal "paese inferiore", l'unico quindi che potesse capire la sua lingua.
I due uomini parlarono a lungo e scoprirono che avevano seguito la stessa strada per arrivare al paese delle luci settentrionali, la Pista degli Spiriti, la Via Lattea, chiamata nella loro lingua "Ket à gus wowt". Il vecchio disse anche che il capo di "Wa ba ban" avrebbe rimandato il capo a casa sano e salvo. M'Sartto insistette per trovare il suo ragazzo. li vecchio parlò con il capo di "Wa ba ban" perché M'Sarrto e suo figlio potessero far ritorno nel "paese inferiore" e il Capo delle luci Settentrionali radunò il suo popolo per salutarli e li rimandò a casa. Ripercorsero la Via Lattea e si ritrovarono nelle vicinanze del villaggio. In questa leggenda i Nativi Abenaki descrivono chiaramente sia i luoghi stellari visitati dai loro antenati sia la strada seguita per giungervi.
Colpisce la descrizione del viaggio fatto attraverso la Via Lattea e della classica perdita di sensi di tutti coloro che ai giorni nostri raccontano di essere stati prelevati dagli alieni e portati a visitare i loro mondi. Questi ultimi sono spesso accusati di inventare i loro racconti perché influenzati dalla televisione e dai racconti di fantascienza, ma quale potrebbe essere la fonte di influenza di interi popoli distanti tra di loro e vissuti in un periodo in cui i media non esistevano? E quale motivo avrebbero avuto per inventarsi delle storie così complicate? Tra i Chippewa c'è un leggenda che mostra la scoperta di un "Crop Circle" ante litteram, quegli strani cerchi nell'erba alta che i Nativi chiamavano cerchi delle fate. Nella storia della ragazza-stella si narra di un cacciatore di nome Algon, che sul sentiero si imbatté in un circolo che sembrava pestato da molti piedi, malgrado al di fuori di esso non ci fossero tracce o impronte.

DONNA PIUMA E RAGAZZO STELLA

Possiamo ipotizzare l'utilizzo del DNA degli animali terrestri per creare nuove razze ibride? Non dimentichiamo che in quasi tutte le leggende native della Creazione si parla di uomini-animali e che i Nativi sono sempre stati orgogliosi del loro rapporto con la natura, tanto da portare ancora oggi con fierezza nomi di animali. Non possiamo nemmeno trascurare il macabro fenomeno delle mutilazioni animali, che sembra possedere molti tratti in comune con il racconto riportato dai Chippewa.
Anche i Sioux parlano del Paese della Stella e anche nelle loro tradizioni si narra di unioni tra membri del popolo stellare e terrestri, nonché dei mezzi di trasporto usati per mettere in contatto i due mondi. Si racconta che una fanciulla di nome Donna Piuma un giorno d'autunno si ritrovò in compagnia di un bellissimo straniero che si presentò come un abitante della Stella del Mattino: le propose di abbandonare la Terra e seguirlo in cielo nel Paese della Stella. La fanciulla accondiscese con gioia alla sua richiesta.
Chiuse gli occhi e si senti sollevare rapidamente in alto. Quando riapri gli occhi si ritrovò nel Paese della Stella. La madre del ragazzo lo mise in guardia sulla reazione del padre in quanto lui "non si fidava degli abitanti della Terra". Ebbero un bambino e dopo qualche anno Donna Piuma venne accompagnata al luogo di trasporto con il suo piccolo e fu mandata sulla terra. Tutti i Nativi che stavano nell'accampamento videro chiaramente una fonte di luce attraversare il cielo e quando andarono sul luogo trovarono Donna Piuma e Ragazzo Stella.
Il tempo passò e Donna Piuma mori. Anni dopo suo figlio decise di seguire la pista del cielo, la Via Lattea e giunse al Paese della Stella, dove fu accolto da un bellissimo giovane che era identico a lui. Quel ragazzo era suo padre, rimasto giovane e bello perché il popolo della Stella "non invecchia come i mortali".

L'ESCLUSIVA DELL'UOMO BIANCO

Sono numerose le leggende che narrano di incontri con popoli stellari, più o meno buoni nei confronti dei terrestri. In alcune storie si parla di stranieri delle stelle che uccidevano le fanciulle della Terra succhiando loro il cervello, ma nella maggior parte dei racconti descrivono le unioni tra abitanti del cosmo e terrestri. Molti Nativi sono convinti di aver ereditato la loro saggezza dalle origini stellari e che un giorno ritorneranno sulle stelle dalle quali sono discesi millenni fa e alcuni tra loro riconoscono negli uomini bianchi distruttori e invasori i discendenti di quell'uomo dalla pelle chiara creato dagli dei e scacciato a causa della sua estrema violenza insensata.
Quello stesso uomo bianco che si arroga il diritto di avere l'esclusiva sui rapporti con gli alieni, ignorando le leggende tramandate per generazioni, dove vengono chiaramente spiegate le origini dell'umanità in rapporto agli extraterrestri e, forse, anche il suo futuro.





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