INTERVISTA CONDOTTA DALL'AMICO DANILO DEL SITO "DISCLOSUREPROJECTUFO"
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Lavinia Pallotta, nota giornalista italiana specializzata nell’investigazione ufologica e nello studio dell’esopolitica.
E’ l’attuale direttore editoriale della rivista mensile X-Times. Ricercatrice molto apprezzata anche all’estero, è membro del consiglio consultivo dell’Exopolitics Institute, un’organizzazione no-profit che promuove a livello mondiale la consapevolezza e la comprensione di tutte le prove riguardanti la presenza extraterrestre sul nostro pianeta ed il loro impatto sui processi sociali, economici, culturali e politici promuovendo, nel contempo, una cooperazione pacifica con questa nuova realtà che sia in linea con un processo di pace e sviluppo globale. Desidero ringraziare Lavinia per il tempo dedicatomi e per aver concesso la presente intervista in esclusiva per il blog “Disclosureprojectufo”.
E’ l’attuale direttore editoriale della rivista mensile X-Times. Ricercatrice molto apprezzata anche all’estero, è membro del consiglio consultivo dell’Exopolitics Institute, un’organizzazione no-profit che promuove a livello mondiale la consapevolezza e la comprensione di tutte le prove riguardanti la presenza extraterrestre sul nostro pianeta ed il loro impatto sui processi sociali, economici, culturali e politici promuovendo, nel contempo, una cooperazione pacifica con questa nuova realtà che sia in linea con un processo di pace e sviluppo globale. Desidero ringraziare Lavinia per il tempo dedicatomi e per aver concesso la presente intervista in esclusiva per il blog “Disclosureprojectufo”.
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I N T E R V I S T A
D: Danilo1966 L.P.: Lavinia Pallotta
D: Cara Lavinia, tu sei da oltre un anno, il direttore editoriale della rivista specializzata X-Times. Cosa pensi di questa nuova esperienza?
LP: Lavorare nel campo dell’editoria e soprattutto nel campo della “contro informazione” è sempre stato il mio sogno. Mi ritengo una persona fortunata, anche se sia io che la redazione di cui faccio parte abbiamo passato momenti molto difficili. Mi ritengo fortunata anche perché ho potuto imparare dal migliore in questo campo, Maurizio Baiata, attualmente negli Stati Uniti. Detto questo, l’informazione che cerchiamo di divulgare con X Times non è un tipo di informazione “rassicurante”. Si cerca, nei limiti delle nostre possibilità, di veicolare notizie e ricerche scomode per il sistema, che gran parte dei mass media fanno finta di ignorare o ignorano davvero. Non so quale delle due possibilità sia la peggiore. Quindi la vera soddisfazione non sta nel fare questo lavoro ma nell’ottenere risultati, risvegliare sempre più interesse verso certi argomenti. Proponiamo, presuntuosamente forse, il risveglio di una popolazione consapevole e critica, contro un’idea di popolo bue, o popolo gregge che il potere sta cercando di imporre da molti anni a questa parte. In questo senso, c’è ancora molto lavoro da fare.
D: Sei una apprezzata ricercatrice anche all’estero e collabori con l’Exopolitics Insitutute. Che differenza sostanziale c’è fra il Disclosure Project di Steven Greer e l’organizzazione di cui sei membro consultivo?
LP: Il Disclosure Project di Greer è nato prima che si cominciasse a parlare di Esopolitica. E’ un progetto che aveva come obiettivo portare alla luce, di fronte ai media più importanti degli Stati Uniti, un numero tale di testimoni di incontri ravvicinati e insabbiamenti governativi, da cambiare le cose. Il curriculum di gran parte di questi testimoni, il coraggio da loro dimostrato, sono indubbi, e la mole di informazioni messa a disposizione da Greer è impressionante. Tuttavia, non è stato sufficiente. I media non hanno seguito perché sono controllati e in termini di impatto sociale, la conferenza del Disclosure Project del 2001 è stata un flop. Inoltre, e questo è solo un mio parere, nonostante la grande stima che ho per Greer, lui e i suoi collaboratori hanno fatto un errore grave. Hanno omesso tutte le testimonianze di incontri ravvicinati potenzialmente o apparentemente negativi. Greer ha spiegato, naturalmente, il perché lo avrebbe fatto: è convinto che vi sia un piano governativo e di intelligence per ingannare la popolazione, convincendola della natura malevola dei Visitatori, attraverso testimonianze fasulle e un finto attacco alla terra. Quindi ha omesso le testimonianze che dipingevano gli incontri UFO in un’ottica non positiva, volontariamente. Comprendo il suo punto di vista ma non lo condivido: da anni puntiamo il dito contro il cover-up governativo che nasconde la verità alla popolazione in materia di vita extraterrestre, e poi omettiamo dei dati ancora prima di averli divulgati? La gente, che è composta da individui pensanti, almeno nella maggior parte dei casi, ha il diritto di conoscere tutto. E’ necessario avere un quadro completo della situazione per poter prendere delle decisioni, e comportarsi di conseguenza. Poi c’è il CSETI, l’organizzazione sempre guidata da Greer per preparare le persone al contatto eventuale con gli extraterrestri. I membri dello CSETI hanno fatto esperimenti interessantissimi di contatto e comunicazione visiva con oggetti volanti non identificati, e stilato nove protocolli di contatto che secondo loro andrebbero seguiti in caso di un palesamento dei Visitatori. Si tratta di un progetto affascinante e coraggioso. Pionieristico oserei dire, ma anche in questo caso, omette di occuparsi di un elemento importante e macroscopico: i rapimenti alieni. A mio parere, il grande progetto di Greer andrebbe integrato con lo studio delle abduction e altri protocolli, se così vogliamo chiamarli, che evidenzino, con l’aiuto di chi sta seguendo questo fenomeno da anni, cosa fare in determinati casi. In poche parole, se arrivano gli alieni buoni, come dovremmo comportarci? Ce lo dicono i protocolli di Greer. Ma se, nel frattempo, gli alieni “cattivi” sono già arrivati, e delle persone (gli addotti) chiedono aiuto, come dovremmo comportarci? Credo l’Esopolitica debba cominciare a rispondere anche a queste domande. L’Istituto creato dal Dr. Michael Salla è un punto di riferimento importante per chi ormai si sia convinto che gli alieni esistono e sono qui. All’interno dell’Istituto abbiamo ricercatori, giornalisti e testimoni eterogenei, che portano avanti idee e metodi di ricerca molti diversi. C’è chi è più new age e “buonista” e chi più cospirazionista. Penso sia giusto così.
D: Quali sono i casi ufologici più intriganti da te indagati?
LP: Negli anni ho conosciuto e parlato con molti testimoni, di avvistamenti come di incontri con creature sconosciute, ma nulla può equiparare l’impatto emotivo che ti provoca addentrarti nel fenomeno abduction. Il termine intrigante però non è corretto in questo caso. Credo sia più appropriato dire “terrificante”. L’avvistamento UFO affascina e spinge, alcuni, a volerne sapere di più. Ma lo studio delle abduction è un’altra cosa. E’ un pugno nello stomaco e una realtà che ormai non si può più far finta di non vedere. Ciononostante molti ufologi di stato ci riescono benissimo. Attualmente sto raccogliendo testimonianze su un fenomeno di cui, fino a non molto tempo fa, non sapevo nemmeno l’esistenza: gli Shadow People, il popolo ombra, o uomini ombra. Ne ho parlato su X Times con un’intervista a Jason Offutt, il ricercatore più famoso in questo senso. Si tratta di entità simili a ombre, o che almeno vengono percepite così dai testimoni, ma in grado di comunicare e interferire con noi, in alcuni casi. Entità che potrebbero far parte di altre dimensioni o stati della percezione. Oppure che potrebbero ricondursi al fenomeno abduction. Da quando ho pubblicato l’intervista a Offutt ho scoperto che esiste una casistica anche italiana, di cui non si parla mai, e le persone che ho ascoltato sono, a mio parere assolutamente, sincere. Approfondirò più avanti questo argomento.
D: Nel contesto politico americano attuale, credi che una rivelazione pubblica della realtà extraterrestre da parte del presidente Obama possa essere plausibile?
LP: No, non penso proprio. E poi la rivelazione di cosa? Del fatto che gli ET sono già qui da migliaia di anni e che i governi di tutto il mondo hanno mentito spudoratamente alla popolazione che li ha eletti, commettendo crimini innominabili al fine di mantenere la segretezza su un argomento che altrimenti li avrebbe destabilizzati? Che esistono gruppi di potere occulto su cui nessun parlamento ha la possibilità di supervisione e che se ne infischiano del bene comune? Quale verità ci aspettiamo da Obama? Pensare che Obama dirà mai la verità sugli extraterrestri significa ancora credere alla buona fede dei governanti, e io non l’ho mai fatto. Ma potrei sbagliarmi naturalmente. Anzi, vorrei sbagliarmi. Obama mi piace, e mi piacerebbe credere che sia il presidente della Svolta, anziché come lo ha definito Richard Dolan, “il volto buono di un potere cattivo”. Tuttavia, temo abbia ragione Dolan.
D: Qual è la tua personale opinione in merito al famoso crash di Roswell del 1947?
LP: Penso che a Roswell in quel 1947 si sia schiantata una navicella non terrestre e che i corpi lì recuperati non fossero umani. Le testimonianze più attendibili,e più numerose, indicano questo.
D: Secondo te l’ufologia è destinata a divenire una scienza ufficiale?
LP: L’Ufologia è materia di Intelligence. Tutto ciò che è ufficiale, nello studio degli UFO, è uno specchio per le allodole.
D: Qual è la tua personale idea in merito al misterioso fenomeno dei cerchi nel grano?
LP: Penso che una buona parte dei crop circles sia di origine umana. Ma penso anche che esista una parte “genuina” che non è realizzata, o non è stata realizzata da mano terrestre, e non è nemmeno qualche oscuro esperimento militare. Sono propensa a credere che si tratti di un’intelligenza diversa dalla nostra e ho l’impressione che lo scopo sostanziale di alcune formazioni, e del fenomeno nel suo insieme, sia di risvegliare le coscienze. Almeno per me è stato così. L’impatto emotivo, immaginifico e visivo che hanno suscitato i cerchi nel grano, è superiore a quello di qualsiasi altro fenomeno, per ovvi motivi. Sono lì, enormi, bellissimi, e tutti possono vederli. Parlano per simboli e colpiscono direttamente l’inconscio. Hanno risvegliato più coscienze i cerchi nel grano in pochi anni che migliaia di avvistamenti UFO in 60. Ma è solo un mio parere, conseguente anche a esperienze personali e del tutto soggettive.
D: Hai mai avuto un avvistamento UFO? Se sì, puoi descrivercelo?
LP: Non ho mai visto un UFO.
D: A che punto è la ricerca ufologica in Italia? Che posizione ha l’organizzazione che rappresenti nell’ambito del panorama ufologico nazionale?
LP: Devo chiarire che io non rappresento alcuna organizzazione. Dirigo una rivista divulgativa e quando parlo, lo faccio per me. In Italia la comunità ufologica indipendente, quella che non cerca l’appoggio di istituzioni governative, servizi segreti e massoneria, sta diventando sempre più forte e vi sono giovani ricercatori eccezionali, che fanno ben sperare per il futuro di questa materia, nel nostro paese. Inoltre penso che l’Italia sia più avanti di quasi tutte le altre nazioni, se non tutte, nello studio dei rapimenti alieni, che sono un tema centrale per capire cosa sta succedendo ora sulla terra e cosa sia successo nel nostro antico passato,. Questo grazie soprattutto alle ricerche del professor Corrado Malanga. Quindi, per una volta posso dire che il nostro paese è messo meglio di altri, almeno in questo campo.
D: Perché in Italia non vengono mai organizzati convegni di livello internazionale come avviene negli Stati Uniti o negli altri paesi Europei?
LP: In realtà negli Stati Uniti si fanno molti convegni con un grande numero di invitati, ma ben pochi di questi convegni sono internazionali. Gli invitati sono quasi sempre americani, e questo per ovvi motivi di soldi. C’è il Congresso di Laughlin, che è un’eccezione, ed è famoso proprio per quello. L’Italia è uno dei paesi che più spesso invita ospiti stranieri, ma è anche quello che ha più difficoltà a trovare i fondi per farlo. Non c’è nessun “magnate” che paga, né istituzioni interessate a farlo. Almeno nella maggior parte dei casi.
D: Cara Lavinia, hai risposto esaurientemente a tutte le mie domande. Ti ringrazio ancora una volta per la disponibilità e ti faccio i miei migliori auguri per il futuro. Grazie e buon lavoro.
D: Cara Lavinia, tu sei da oltre un anno, il direttore editoriale della rivista specializzata X-Times. Cosa pensi di questa nuova esperienza?
LP: Lavorare nel campo dell’editoria e soprattutto nel campo della “contro informazione” è sempre stato il mio sogno. Mi ritengo una persona fortunata, anche se sia io che la redazione di cui faccio parte abbiamo passato momenti molto difficili. Mi ritengo fortunata anche perché ho potuto imparare dal migliore in questo campo, Maurizio Baiata, attualmente negli Stati Uniti. Detto questo, l’informazione che cerchiamo di divulgare con X Times non è un tipo di informazione “rassicurante”. Si cerca, nei limiti delle nostre possibilità, di veicolare notizie e ricerche scomode per il sistema, che gran parte dei mass media fanno finta di ignorare o ignorano davvero. Non so quale delle due possibilità sia la peggiore. Quindi la vera soddisfazione non sta nel fare questo lavoro ma nell’ottenere risultati, risvegliare sempre più interesse verso certi argomenti. Proponiamo, presuntuosamente forse, il risveglio di una popolazione consapevole e critica, contro un’idea di popolo bue, o popolo gregge che il potere sta cercando di imporre da molti anni a questa parte. In questo senso, c’è ancora molto lavoro da fare.
D: Sei una apprezzata ricercatrice anche all’estero e collabori con l’Exopolitics Insitutute. Che differenza sostanziale c’è fra il Disclosure Project di Steven Greer e l’organizzazione di cui sei membro consultivo?
LP: Il Disclosure Project di Greer è nato prima che si cominciasse a parlare di Esopolitica. E’ un progetto che aveva come obiettivo portare alla luce, di fronte ai media più importanti degli Stati Uniti, un numero tale di testimoni di incontri ravvicinati e insabbiamenti governativi, da cambiare le cose. Il curriculum di gran parte di questi testimoni, il coraggio da loro dimostrato, sono indubbi, e la mole di informazioni messa a disposizione da Greer è impressionante. Tuttavia, non è stato sufficiente. I media non hanno seguito perché sono controllati e in termini di impatto sociale, la conferenza del Disclosure Project del 2001 è stata un flop. Inoltre, e questo è solo un mio parere, nonostante la grande stima che ho per Greer, lui e i suoi collaboratori hanno fatto un errore grave. Hanno omesso tutte le testimonianze di incontri ravvicinati potenzialmente o apparentemente negativi. Greer ha spiegato, naturalmente, il perché lo avrebbe fatto: è convinto che vi sia un piano governativo e di intelligence per ingannare la popolazione, convincendola della natura malevola dei Visitatori, attraverso testimonianze fasulle e un finto attacco alla terra. Quindi ha omesso le testimonianze che dipingevano gli incontri UFO in un’ottica non positiva, volontariamente. Comprendo il suo punto di vista ma non lo condivido: da anni puntiamo il dito contro il cover-up governativo che nasconde la verità alla popolazione in materia di vita extraterrestre, e poi omettiamo dei dati ancora prima di averli divulgati? La gente, che è composta da individui pensanti, almeno nella maggior parte dei casi, ha il diritto di conoscere tutto. E’ necessario avere un quadro completo della situazione per poter prendere delle decisioni, e comportarsi di conseguenza. Poi c’è il CSETI, l’organizzazione sempre guidata da Greer per preparare le persone al contatto eventuale con gli extraterrestri. I membri dello CSETI hanno fatto esperimenti interessantissimi di contatto e comunicazione visiva con oggetti volanti non identificati, e stilato nove protocolli di contatto che secondo loro andrebbero seguiti in caso di un palesamento dei Visitatori. Si tratta di un progetto affascinante e coraggioso. Pionieristico oserei dire, ma anche in questo caso, omette di occuparsi di un elemento importante e macroscopico: i rapimenti alieni. A mio parere, il grande progetto di Greer andrebbe integrato con lo studio delle abduction e altri protocolli, se così vogliamo chiamarli, che evidenzino, con l’aiuto di chi sta seguendo questo fenomeno da anni, cosa fare in determinati casi. In poche parole, se arrivano gli alieni buoni, come dovremmo comportarci? Ce lo dicono i protocolli di Greer. Ma se, nel frattempo, gli alieni “cattivi” sono già arrivati, e delle persone (gli addotti) chiedono aiuto, come dovremmo comportarci? Credo l’Esopolitica debba cominciare a rispondere anche a queste domande. L’Istituto creato dal Dr. Michael Salla è un punto di riferimento importante per chi ormai si sia convinto che gli alieni esistono e sono qui. All’interno dell’Istituto abbiamo ricercatori, giornalisti e testimoni eterogenei, che portano avanti idee e metodi di ricerca molti diversi. C’è chi è più new age e “buonista” e chi più cospirazionista. Penso sia giusto così.
D: Quali sono i casi ufologici più intriganti da te indagati?
LP: Negli anni ho conosciuto e parlato con molti testimoni, di avvistamenti come di incontri con creature sconosciute, ma nulla può equiparare l’impatto emotivo che ti provoca addentrarti nel fenomeno abduction. Il termine intrigante però non è corretto in questo caso. Credo sia più appropriato dire “terrificante”. L’avvistamento UFO affascina e spinge, alcuni, a volerne sapere di più. Ma lo studio delle abduction è un’altra cosa. E’ un pugno nello stomaco e una realtà che ormai non si può più far finta di non vedere. Ciononostante molti ufologi di stato ci riescono benissimo. Attualmente sto raccogliendo testimonianze su un fenomeno di cui, fino a non molto tempo fa, non sapevo nemmeno l’esistenza: gli Shadow People, il popolo ombra, o uomini ombra. Ne ho parlato su X Times con un’intervista a Jason Offutt, il ricercatore più famoso in questo senso. Si tratta di entità simili a ombre, o che almeno vengono percepite così dai testimoni, ma in grado di comunicare e interferire con noi, in alcuni casi. Entità che potrebbero far parte di altre dimensioni o stati della percezione. Oppure che potrebbero ricondursi al fenomeno abduction. Da quando ho pubblicato l’intervista a Offutt ho scoperto che esiste una casistica anche italiana, di cui non si parla mai, e le persone che ho ascoltato sono, a mio parere assolutamente, sincere. Approfondirò più avanti questo argomento.
D: Nel contesto politico americano attuale, credi che una rivelazione pubblica della realtà extraterrestre da parte del presidente Obama possa essere plausibile?
LP: No, non penso proprio. E poi la rivelazione di cosa? Del fatto che gli ET sono già qui da migliaia di anni e che i governi di tutto il mondo hanno mentito spudoratamente alla popolazione che li ha eletti, commettendo crimini innominabili al fine di mantenere la segretezza su un argomento che altrimenti li avrebbe destabilizzati? Che esistono gruppi di potere occulto su cui nessun parlamento ha la possibilità di supervisione e che se ne infischiano del bene comune? Quale verità ci aspettiamo da Obama? Pensare che Obama dirà mai la verità sugli extraterrestri significa ancora credere alla buona fede dei governanti, e io non l’ho mai fatto. Ma potrei sbagliarmi naturalmente. Anzi, vorrei sbagliarmi. Obama mi piace, e mi piacerebbe credere che sia il presidente della Svolta, anziché come lo ha definito Richard Dolan, “il volto buono di un potere cattivo”. Tuttavia, temo abbia ragione Dolan.
D: Qual è la tua personale opinione in merito al famoso crash di Roswell del 1947?
LP: Penso che a Roswell in quel 1947 si sia schiantata una navicella non terrestre e che i corpi lì recuperati non fossero umani. Le testimonianze più attendibili,e più numerose, indicano questo.
D: Secondo te l’ufologia è destinata a divenire una scienza ufficiale?
LP: L’Ufologia è materia di Intelligence. Tutto ciò che è ufficiale, nello studio degli UFO, è uno specchio per le allodole.
D: Qual è la tua personale idea in merito al misterioso fenomeno dei cerchi nel grano?
LP: Penso che una buona parte dei crop circles sia di origine umana. Ma penso anche che esista una parte “genuina” che non è realizzata, o non è stata realizzata da mano terrestre, e non è nemmeno qualche oscuro esperimento militare. Sono propensa a credere che si tratti di un’intelligenza diversa dalla nostra e ho l’impressione che lo scopo sostanziale di alcune formazioni, e del fenomeno nel suo insieme, sia di risvegliare le coscienze. Almeno per me è stato così. L’impatto emotivo, immaginifico e visivo che hanno suscitato i cerchi nel grano, è superiore a quello di qualsiasi altro fenomeno, per ovvi motivi. Sono lì, enormi, bellissimi, e tutti possono vederli. Parlano per simboli e colpiscono direttamente l’inconscio. Hanno risvegliato più coscienze i cerchi nel grano in pochi anni che migliaia di avvistamenti UFO in 60. Ma è solo un mio parere, conseguente anche a esperienze personali e del tutto soggettive.
D: Hai mai avuto un avvistamento UFO? Se sì, puoi descrivercelo?
LP: Non ho mai visto un UFO.
D: A che punto è la ricerca ufologica in Italia? Che posizione ha l’organizzazione che rappresenti nell’ambito del panorama ufologico nazionale?
LP: Devo chiarire che io non rappresento alcuna organizzazione. Dirigo una rivista divulgativa e quando parlo, lo faccio per me. In Italia la comunità ufologica indipendente, quella che non cerca l’appoggio di istituzioni governative, servizi segreti e massoneria, sta diventando sempre più forte e vi sono giovani ricercatori eccezionali, che fanno ben sperare per il futuro di questa materia, nel nostro paese. Inoltre penso che l’Italia sia più avanti di quasi tutte le altre nazioni, se non tutte, nello studio dei rapimenti alieni, che sono un tema centrale per capire cosa sta succedendo ora sulla terra e cosa sia successo nel nostro antico passato,. Questo grazie soprattutto alle ricerche del professor Corrado Malanga. Quindi, per una volta posso dire che il nostro paese è messo meglio di altri, almeno in questo campo.
D: Perché in Italia non vengono mai organizzati convegni di livello internazionale come avviene negli Stati Uniti o negli altri paesi Europei?
LP: In realtà negli Stati Uniti si fanno molti convegni con un grande numero di invitati, ma ben pochi di questi convegni sono internazionali. Gli invitati sono quasi sempre americani, e questo per ovvi motivi di soldi. C’è il Congresso di Laughlin, che è un’eccezione, ed è famoso proprio per quello. L’Italia è uno dei paesi che più spesso invita ospiti stranieri, ma è anche quello che ha più difficoltà a trovare i fondi per farlo. Non c’è nessun “magnate” che paga, né istituzioni interessate a farlo. Almeno nella maggior parte dei casi.
D: Cara Lavinia, hai risposto esaurientemente a tutte le mie domande. Ti ringrazio ancora una volta per la disponibilità e ti faccio i miei migliori auguri per il futuro. Grazie e buon lavoro.
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