Così come le antiche civiltà dell'Egitto, del Messico, del Perù e della Mesopotamia, anche i Maya avevano il culto del Sole. Il Sole è fonte di vita e senza di lui nulla sulla Terra potrebbe esistere; ma per i Maya rappresenta anche qualcosa di più, per loro è l'incarnazione di una saggezza superiore, di un'intelligenza enorme, il mediatore dell'informazione che verso di lui e attraverso di lui è irradiata nell'universo. Per questo popolo tutto ciò che è nel cosmo è una forma di vita e come tale ha un ruolo e una capacità intelligente d'agire: questo è profondamente vero ma nelle nostre coscienze non è tangibile e presente come lo era nella coscienza dei Maya. Ne Il fattore maya José Arguelles sostiene che noi siamo informazione, che l'universo è informazione, che l'informazione è energia strutturata in rapporto al ricevente cui è destinata e che, in ultima analisi, è una proprietà risonante della mente stessa. Un esempio che appartiene alla vita di ognuno di noi può aiutarci a comprendere: quando ascoltiamo musica, in realtà stiamo ascoltando delle onde sonore che si propagano attraverso lo spazio, ma ciò che riceviamo dentro di noi è l'esperienza di una carica emotiva. Questo significa che è avvenuta una trasduzione, una trasformazione del suono, del tipo d'informazione, in energia emotiva, che è un altro tipo d'informazione.
Arguelles prosegue dicendo che il DNA, il codice genetico, il codice della vita, possiede un'infrastruttura con le caratteristiche dell'onda, e che i Maya avevano e avrebbero le capacità di trasmettere se stessi sotto forma d'informazione nel codice stesso del DNA.
Un'informazione di qualsiasi tipo comunicata da un sistema all'altro, e quindi anche l'informazione genetica, deve per i Maya partire da Hunab Ku, il centro galattico, e passare attraverso la stella del sistema ricevente, nel nostro caso il Sole, che fa da mediatore: una volta sincronizzato il campo d'informazione del Sole con il flusso d'informazione di sistemi più evoluti, può avvenire la trasduzione dell'informazione: la fecondazione genetica del campo planetario prescelto.
Come un raggio sottile, l'onda d'informazione genetica codificata nelle particolari frequenze e qualità del pianeta prescelto si manifesterebbe in modo istantaneo: i Maya, navigatori galattici, potrebbero così penetrare nei diversi sistemi.
Arguelles prosegue dicendo che il DNA, il codice genetico, il codice della vita, possiede un'infrastruttura con le caratteristiche dell'onda, e che i Maya avevano e avrebbero le capacità di trasmettere se stessi sotto forma d'informazione nel codice stesso del DNA.
Un'informazione di qualsiasi tipo comunicata da un sistema all'altro, e quindi anche l'informazione genetica, deve per i Maya partire da Hunab Ku, il centro galattico, e passare attraverso la stella del sistema ricevente, nel nostro caso il Sole, che fa da mediatore: una volta sincronizzato il campo d'informazione del Sole con il flusso d'informazione di sistemi più evoluti, può avvenire la trasduzione dell'informazione: la fecondazione genetica del campo planetario prescelto.
Come un raggio sottile, l'onda d'informazione genetica codificata nelle particolari frequenze e qualità del pianeta prescelto si manifesterebbe in modo istantaneo: i Maya, navigatori galattici, potrebbero così penetrare nei diversi sistemi.
Quindi essi sarebbero venuti sulla Terra e vi starebbero per tornare non come entità fisiche, come ci verrebbe naturale pensare: il loro essere trascenderebbe la forma corporea, essi si incarnerebbero direttamente in alcuni individui fra noi entrando nel loro codice genetico!
I Maya Galattici sarebbero pertanto capaci di materializzarsi istantaneamente tramite un trasferimento cromo-molecolare: questo sarebbe accaduto più di mille anni fa...
E poiché, in tale trasferimento, essi sarebbero rimasti sempre in comunicazione con Hunab Ku, il nucleo di inimmaginabile densità dal quale hanno origine i raggi galattici e tutte le informazioni che essi contengono, attraverso Kuxan Suum sarebbe arrivato fino a loro, già pienamente sviluppato, il sistema matematico che ha dato forma allo straordinario calendario sul quale ci stiamo interrogando.
Cerchiamo di fare ordine e di capire se c'è qualcosa, in questa sconvolgente spiegazione, che possiamo condividere e riconoscere con i mezzi in nostro possesso e con quelli fornitici dalla scienza.
Sappiamo che il centro galattico emette continuamente una trasmissione di onde radio di vario tipo, che possiamo chiamare raggi di informazione: lo abbiamo visto in questo post, quando abbiamo detto che il 18 ottobre del 2005 Scott Hyman ha dichiarato di aver rilevato, proprio al centro della nostra galassia, 5 emissioni radio ad alta energia e di uguale intensità, della durata di 10 minuti ciascuna, che apparivano ogni 77 minuti su un periodo di 7 ore, dal 30 settembre al 1° di ottobre. Un segnale intermittente che sembrava possedere tutte le caratteristiche per essere equiparato a un'emissione effettuata in maniera intelligente, definito da Hyman "un sordo brontolio al centro della galassia".
Il centro della nostra galassia emette quindi realmente raggi di informazione: noi lo sappiamo da pochi anni, i Maya lo sapevano già più di un millennio fa.
L'informazione contenuta in queste emissioni sarebbe forse l'informazione creatrice della vita?
La nostra scienza, nata nel XVII secolo, si fonda sulla materia: vede nella materia la realtà ultima e l'unica conoscibile. La scienza maya si fonda invece sui principi della risonanza, sui cicli e le onde vibratorie che raggiungendo un certo grado di condensazione, diventerebbero materia. Ma, negli ultimi anni, la scienza contemporanea ha messo in discussione il suo antico caposaldo e si è avvicinata molto proprio alla visione da cui la scienza maya muove.
L'attività cerebrale è misurata in termini di onde e frequenze. Gli elettroencefalogrammi dimostrano che in relazione all'attività che svolgiamo, il cervello produce diverse forme d'onda raggruppabili in quattro gruppi di frequenza.
La natura più profonda della realtà sarebbe quindi davvero la vibrazione, la risonanza: così, la distanza fra il sapere occidentale moderno e l'antico sapere maya si sta gradualmente assottigliando.
Con questa maggiore chiarezza, possiamo fare un passo indietro.
Abbiamo detto che, come un raggio sottile, l'onda d'informazione genetica codificata nelle particolari frequenze e qualità del pianeta prescelto si manifesterebbe in modo istantaneo e in tale maniera i Maya, navigatori galattici, potrebbero penetrare nei vari sistemi. Adesso questo, se non condivisibile, può risultarci almeno più comprensibile; e possiamo andare avanti.
Nella visione maya ogni realtà è costituita da livelli diversi di frequenza: se il Sole è l'intelligenza coordinatrice centrale nel sistema solare, i pianeti rappresentano i giroscopi armonici il cui fine è di mantenere la frequenza risonante rappresentata dalle orbite che ogni pianeta descrive; questa sarebbe la funzione della Terra che ruota sul suo asse. Così come il codice genetico regola l'informazione concernente le operazioni di tutti i livelli del ciclo della vita, compresi quelli delle piante e delle forme animali, il Codice galattico lasciatoci dai Maya nel loro calendario regolerebbe l'informazione che condiziona la vita dell'universo.
Le esalazioni del Sole, le tempeste solari, rappresenterebbero, in questa visione, flussi trasmutati di energia, di informazione che proverrebbero dal centro galattico, Hunab Ku, e che a esso tornerebbero. I pianeti, giroscopi armonici orbitali, assisterebbero alla mediazione del flusso di informazione da e per il centro galattico e contribuirebbero a garantirne l'equilibrio.
Il complesso calendario maya, il calcolo in esso contenuto dei moti dei pianeti, delle eclissi e degli allineamenti galattici, tutti i monumenti straordinari che abbiamo incontrato e descritto, che registrano in maniera molto precisa la correlazione tra il modello armonico galattico e il calendario solare terrestre, e tutto il sapere tramandato dalla tradizione orale successiva all'epoca d'Oro maya avrebbero avuto il fine di trasmetterci proprio tale conoscenza: questa sarebbe stata la missione dei Maya Galattici, una missione che essi avrebbero avviato secoli e secoli fa, della quale avrebbero lasciato tracce tangibili e che dovrebbero portare a termine sullo scadere della quinta era del mondo, il 21 dicembre 2012, quando la profezia si compirà.
Fonte: 2012ladistruzione.blogspot.com
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