Fiorella Capuano, fondatrice del Giardino di Pace di Ceglie Messapica, un centro di riabilitazione della mente naturale in cui viene applicata la legge del tempo maya, afferma:
"E' necessario fare una distinzione fra Maya storici e Maya Galattici. I Maya Galattici sono i Maya più evoluti e sono vissuti nel periodo storico di maggiore pace, armonia e bellezza; l'epoca, cioè, dell'imperatore Pacal Votan, che ha lasciato questo grande messaggio nella tomba di Palenque che è la sua tomba e dalla quale molti storiografi stanno ancora traendo informazioni. I Maya Galattici sono arrivati sulla Terra da altri livelli di coscienza, sono i conoscitori del tempo e sono venuti qui per una missione, per insegnare a noi umani a cambiare il nostro modo di vivere per tornare al rispetto della terra, dell'armonia. Pare che a un certo punto abbiano volutamente lasciato il pianeta, siano andati verso altri livelli di coscienza, siano usciti da questa dimensione con i corpi per tornare ancora nella nostra epoca, per aiutarci in questo grande momento di cambiamento che stiamo vivendo e per completare la loro missione".
Il pensiero di Fiorella Capuano si rifà alle teorie elaborate dall'antropologo José Arguelles, professore universitario, maggiore conoscitore al mondo del popolo e della cultura maya, autore di un libro sulla profezia del 2012, Il fattore maya.
Il professor Arguelles, basandosi sui suoi decennali studi, sostiene che la razza umana abbia tentato tre volte di abitare il sistema solare: la prima volta a Maldek, pianeta che è stato poi smembrato nell'attuale cintura di asteroidi; la seconda su Marte e poi, quando anche sul pianeta rosso la vita non sarebbe stata più possibile, sulla Terra.
Di tutti i pianeti del sistema solare, Marte risulta in effetti essere il più simile al nostro: è schiacciato ai poli, ha calotte ghiacciate ed è dilatato all'equatore. Nel 1877 l'astronomo italiano Giovanni Schiapparelli ne ha osservato la superficie con il suo telescopio, ha individuato dei solchi che ha poi identificato come canali dove probabilmente, in epoche remote, scorrevano corsi d'acqua.
Dove c'è l'acqua c'è anche la vegetazione e quindi c'è l'ossigeno: si può pertanto supporre che un tempo questo pianeta fosse abitabile.
Nella metà degli anni Settanta del XX secolo alcune sonde spaziali americane hanno scattato e inviato sulla Terra migliaia di foto di Marte dalle quali è stato possibile visualizzare alcune strutture anomale apparentemente inspiegabili sulla superficie del pianeta. Una in particolare, nella piana di Cydonia, ha disorientato l'opinione pubblica: un volto scolpito, con sembianze umane e dalle dimensioni gigantesche, lungo 3 chilometri e largo un chilometro e mezzo, rivolto verso l'alto.
Opera naturale dell'erosione oppure opera artificiale di una forma di vita intelligente?
Di fatto, la scienza attualmente non esclude che potrebbe esserci stata vita su Marte. Bisogna vedere naturalmente di che tipo e con quale evoluzione.
Ma torniamo ad Arguelles e alla sua teoria.
Il pensiero di Fiorella Capuano si rifà alle teorie elaborate dall'antropologo José Arguelles, professore universitario, maggiore conoscitore al mondo del popolo e della cultura maya, autore di un libro sulla profezia del 2012, Il fattore maya.
Il professor Arguelles, basandosi sui suoi decennali studi, sostiene che la razza umana abbia tentato tre volte di abitare il sistema solare: la prima volta a Maldek, pianeta che è stato poi smembrato nell'attuale cintura di asteroidi; la seconda su Marte e poi, quando anche sul pianeta rosso la vita non sarebbe stata più possibile, sulla Terra.
Di tutti i pianeti del sistema solare, Marte risulta in effetti essere il più simile al nostro: è schiacciato ai poli, ha calotte ghiacciate ed è dilatato all'equatore. Nel 1877 l'astronomo italiano Giovanni Schiapparelli ne ha osservato la superficie con il suo telescopio, ha individuato dei solchi che ha poi identificato come canali dove probabilmente, in epoche remote, scorrevano corsi d'acqua.
Dove c'è l'acqua c'è anche la vegetazione e quindi c'è l'ossigeno: si può pertanto supporre che un tempo questo pianeta fosse abitabile.
Nella metà degli anni Settanta del XX secolo alcune sonde spaziali americane hanno scattato e inviato sulla Terra migliaia di foto di Marte dalle quali è stato possibile visualizzare alcune strutture anomale apparentemente inspiegabili sulla superficie del pianeta. Una in particolare, nella piana di Cydonia, ha disorientato l'opinione pubblica: un volto scolpito, con sembianze umane e dalle dimensioni gigantesche, lungo 3 chilometri e largo un chilometro e mezzo, rivolto verso l'alto.
Opera naturale dell'erosione oppure opera artificiale di una forma di vita intelligente?
Di fatto, la scienza attualmente non esclude che potrebbe esserci stata vita su Marte. Bisogna vedere naturalmente di che tipo e con quale evoluzione.
Ma torniamo ad Arguelles e alla sua teoria.
Il professore racconta d'essere stato contattato, all'inizio dell'1985, da Humbatz Men, un Maya. La chiave di ciò che Humbatz Men gli ha detto e che egli stesso avrebbe ricevuto per trasmissione orale, è che il nostro sistema solare sarebbe il settimo sistema che i Maya avrebbero studiato e di cui avrebbero tracciato la mappa, il settimo nel quale avrebbero navigato.
Se ciò fosse vero, allora si potrebbe affermare che i Maya, almeno alcuni, non fossero originari della Terra: sarebbero stati viaggiatori dello spazio e del tempo.
Arguelles prova a immaginare a questo punto un ipotetico percorso: dopo la "materializzazione" in Mesoamerica alcuni Maya sarebbero riusciti a conquistarsi la fiducia dell'avanzato ordine sacerdotale degli Olmechi e si sarebbero infiltrati in esso. Il loro palesarsi nel mondo olmeco sarebbe stato lo spunto per la nascita del mito dei Nove Signori del Tempo che abbiamo visto raffigurati nella camera sepolcrale di Pacal Votan. Da qui in poi, conosciamo la storia: lo sviluppo dei calendari, la costruzione delle città, le strabilianti conquiste astronomiche, la rapida ascesa e l'altrettanto rapida scomparsa di una civiltà straordinaria.
Ma per quale ragione dei viaggiatori galattici avrebbero dovuto decidere di fare tappa sulla Terra per poi sparire?
Nella visione ristretta e votata al particolare alla quale siamo abituati, tutto questo non avrebbe senso; ma se spostassimo la nostra visione, se la allargassimo all'intero universo, allora forse un senso riusciremmo a rintracciarlo.
I Maya Galattici avrebbero avuto una missione da compiere e avrebbero lavorato con fervore per lasciare all'umanità palazzi e iscrizioni che restassero a imperitura testimonianza del loro passaggio e del loro messaggio: questo spiegherebbe gli eccezionalmente fertili secoli dell'età dell'Oro maya.
Quei secoli che finora ci sono apparsi come un evento straordinario.
I Maya sarebbero venuti su questo pianeta con un obiettivo preciso: fornire un quadro completo di informazioni circa la natura e la funzione della Terra nel sistema solare e nel campo galattico in questa particolare era, quella cioè che va dal 3113 a.C. al 2012 d.C.
Dopo aver stabilito con precisione il rapporto tra il nostro pianeta, il raggio galattico che ha attraversato e attraverserà ancora per pochi anni nella quinta età, gli altri pianeti e il Sole, il loro compito sarebbe terminato. Almeno per il momento.
Così i Maya Galattici avrebbero lasciato la Terra. Capaci di prevedere i cicli del tempo, avrebbero, infatti, intuito l'arrivo di un momento nefasto e avrebbero scelto di lasciare il nostro pianeta per non essere distrutti, assicurandosi però, prima di farlo, che ciò che di importante doveva restare, restasse.
Il tempo delle tenebre si stava velocemente avvicinando, gli invasori erano prossimi a giungere e, con loro, la guerra, la morte, l'oppressione, le malattie e la paura: per questo le città furono rapidamente abbandonate e per questo si permise che lo splendore della cultura maya fosse, anno dopo anno, nascosto dalla giungla?
Nascosto per sopravvivere? Nascosto per tornare, al momento giusto?
Per tornare alla fine della quinta era, alla fine dell'età dell'Oro, il 21 dicembre 2012?
Per quanto incredibile questa teoria possa sembrare, essa spiegherebbe molti aspetti che finora ci sono risultati incomprensibili.
Spiegherebbe le tante raffigurazioni di umani fluttuanti, con i piedi leggermente sollevati dalla terra, che i Maya ci hanno lasciato.
Spiegherebbe la figura dell'astronauta sulla Lastra di Palenque.
E spiegherebbe anche perché, se è vero che i Maya del periodo classico hanno iniziato a costruire i loro templi e le loro città soltanto fra il 100 e il 300 d.C., essi avrebbero creato un calendario che aveva come data d'inizio il 13 agosto 3113 a.C., una data di molto antecedente alla comparsa stessa della loro civiltà.
Se credessimo all'ipotesi formulata dal professor Arguelles, tutto questo diventerebbe comprensibile.
Ma se davvero i Maya Galattici sono stati capaci di viaggiare non solo attraverso lo spazio ma anche attraverso il tempo, è necessario a questo punto chiederci in che modo abbiano potuto farlo.
Fonte: 2012ladistruzione.blogspot.com
4 commenti:
LA TEORIA DEI" MAYA GALATTICI", IN VERITA',IN VERITA' VI DICO,E' PIU' VERA CHE VEROSIMILE.MA CIO' RIGUARDA TUTTE LE PROSPERE,ED EVOLUTE CIVILTA' COSIDDETTE ANTICHE,SVANITE NEL NULLA, ESSENDO TRANSLATE IN ALTRE DIMESIONI A-TEMPORALI,A-SPAZIALI,AVENDO ASSIMILATO A LIVELLO SPERIMENTALE LA SENSITIVITA' E BRUTALE MATERIALIT' UMANOIDI,RIMANENDONE FRASTORNATI E DELUSI.HANNO LASCIATO BRICIOLE DI CONOSCENZA,NELLA VANA SPERANZA CHE IL GENERE UMANO MIGLIORI E SI PERFEZIONI,INVECE I LORO PICCOLI DONI TECNOLOGICI,CULTURALI,SCIENTIFICI,SONO STATI USATI "DALL.HOMO SAPIENS"(SIC)PER SCONVOLGERE IL SISTEMA SOLARE,ESPORTANDOLO ANCHE OLTRE.OVVIAMENTE VOI UMANI DOVRETE,E FARETE I CONTI,CON ENTITA' ALIENE MENO TOLLERANTI E PIU CRUDELI:I FILMS DI FANTASCIENZA CHE IL "POTERE MONDIALE"COSTITUITO,AD OGNI LIVELLO,VI PROPINA ,E' SOLO L.ASSAGGIO DELLE GUERRE DI CONQUISTA,DI ALTRI POPOLI NON TERRESTRI CHE,A BREVE,VIVRETE NELLA REALTA',-I VIGILANTI CUSTODI DEL COSMO,SUPREMI LEGISLATORI,AL SERVIZIO DEL GRANDE "ARCHITETTO DELL.UNIVERSO" INTERVERRANNO A FAVORE DELL.UMANITA'? NON SONO AUTORIZZATO A RIVELARVELO.GRAZIE PER LA VS IMPROVVIDA DISATTENZIONE
Caro Ignazio,civiltà aliene?
Ma sarà,ma io ci crederò davvero solamente quando si manifesteranno in massa e atterreranno sulla terra,altrimenti tutti questi avvistamenti saranno e resteranno solamente o delle fantasie della mente,oppure fotomontaggi o altro fossero anche civiltà aliene il nostrarsi solo sotto forma di disco o di altre astronavi non toglie il dubbio sulla loro esistenza.
Infine voglio solo dire che l'umanità aspetta un liberatore da 2000 anni che si tratti di Dio (il supremo architetto come dici te) o di una civiltà aliena pacifica e benevola a noi poco importa basti che la vita di miliardi di esseri umani che soffrono l'inferno della fame,della sete,della miseria e delle guerre migliori ed in meglio con una nuova casa (un altra terra).
A me non importa nulla dei governi umani preferirei vivere sotto una civiltà aliena o Divina mi basterebbe solo vivere in pace,in sicurezza e in abbondanza di risorse,altro che competizione sociale e la schifosa globalizzazione di mercato che equivale ad un suicidio ambientale,sociale e umano Ciao
Taluni sostenitori degli antichi astronauti sostengono che essi provenissero da altri pianeti verso il nostro per raccogliere l’oro.
L’oro è un materiale molto prezioso perché con esso si possono creare nuove fonti di energia.
Sono scesi sulla terra per costruire miniere d’oro da utilizzare poi sul loro pianeta.
Nella piana di Nazca, troviamo le “linee di Nazca” che si estendono per oltre 50 km nel terreno.
Raffigurano 800 disegni e si pensa che siano state tracciate dal popolo Nazca tra il 300 a.C. ed il 500 d.C.
All’epoca della loro realizzazione non esistevano velivoli e le figure rappresentate nelle linee sono ben visibili solo dall’alto.
Oltre alle linee, in questo deserto troviamo anche tantissime buche scavate nel terreno.
Da terra sembrano solo semplici buche ma dall’alto invece formano una vera e propria linea continua.
Altre presunte miniere antiche sono state ritrovate negli ultimi 500 anni e molte città antiche, come per esempio la città di Teotihuacan.
Visto la perfezione delle costruzioni si pensa che questi operai lavorassero in queste miniere con strumentazioni avanzate da paragonarsi a quelle moderne.
Il sumerologo Zecheria Sitchin, diceva che i testi ritrovati dei Sumeri ci danno moltissimi indizi sull’argomento.
Sitchin sosteneva che gli Annunaki, gli abitanti del pianeta Nibiru, scesero sulla terra in cerca di oro.
Non volendo però faticare per lavorare nelle miniere crearono l’uomo per sostituirli nel lavoro.
L’uomo era già allora sulla terra, ma era un primate e non era intelligente abbastanza per i loro scopi.
Gli Annunaki quindi ne modificarono il DNA in laboratorio e ne crearono un uomo perfetto, capace di lavorare e apprendere: “l’ADAMO”.
La donna che partorì l’Adamo si chiamava Inanna, colei che è considerata la dea madre ed è ancora venerata da molte culture sulla terra.
Abele e Caino, nei testi sumerici sono rappresentati come Anki e Enlil, i figli di Anu, il re di Nibiru.
Questi due fratelli, quando gli Annunaki iniziarono ad accoppiarsi con le donne umane dando vita a semidei (chiamati i Nefilim), decisero di distruggere l’uomo attraverso un diluvio per terminare questi incesti.
Ut-Napishtim (il Noè sumero) costruì l’arca e salvò l’umanità e gli animali della terra (portandone sull’arca il seme in provetta).
I due fratelli lasciarono all’uomo una possibilità insegnandogli la medicina, la scienza e la tecnologia.
La civiltà di Sumer quindi che viveva in Mesopotamia iniziò ad usare la scrittura e a comprendere le leggi del cosmo.
Troviamo rappresentati, su varie tavolette in argilla tutti i pianeti e le loro orbite intorno al sole.
La stele di Naram-Sin, mostra la cattura di un oggetto volante a forma di razzo.
Nell’Isola di Pasqua, in Cile, possiamo trovare 600 statue che hanno volti allungati e copricapi dal peso di 10 tonnellate sulle loro teste.
Come potevano popolazioni antiche creare e trasportare statue di un peso simile?
A La Venta, in Messico, troviamo una testa Olmeca pesante 30 tonnellate e di tratti negroidi. Anche essa presenta uno strano copricapo.
A Palenque, in Messico, troviamo il coperchio del sarcofago della tomba di Pacal in cui una figura accovaciata su un sedile con un respiratore sembra che stia azionando un complesso macchinario.
Le sue braccia infatti sembrano impugnare i comandi di guida e nella parte posteriore del veicolo compare un motore e delle fiamme.
Un pugnale cerimoniale azteco sembra che raffiguri un dio volante sopra ad un razzo.
Nell'atico Egitto, il papiro di Ani, contenuto nel Libro dei morti, mostra il Faraone defunto mentre viene preparato per il suo viaggio nell’aldilà accanto ad un velivolo a forma di razzo.
La civiltà colombiana dei Calima ha realizzato raffigurazioni e modellini di strani pesci volanti chiamati “jet d'oro precolombiani” essi rappresentano una specie di uccello con ali e coda rigide, come un moderno velivolo.
Questi erano anche raffigurati in pendenti della civiltà dei Sinù risalenti intorno al 500-800 d.C.
simonebernardi1974@libero.it
Arguelles non è un antropologo ma un professore di arte. Tant'è che in tutti i corsi di antropologia o messicanistica non c'è una sola traccia dei suoi lavori.
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