"Dobbiamo abituarci a pensare che il nostro universo non è l'unico."
''Oggi non si parla piu' di un singolo universo ma di molti tipi di universo che possono esistere al di la' di quello che e' il nostro orizzonte visibile. Il nostro universo non e' quindi piu' globale bensi' sempre piu' locale''. E' questa, spiegata da John Barrow, matematico e cosmologo di Cambridge, il cuore della teoria del Multiverso che il professore inglese e' stato invitato ad esporre in Vaticano dal Pontificio Consiglio della Cultura nell'ambito di una conferenza dal titolo: ''L' origine dell' Universo. Che cosa la moderna cosmologia ci dice circa il nostro posto nell' Universo''. Un appuntamento promosso dal dicastero guidato dal card. Gianfranco Ravasi, organizzato con la sponsorizzazione dell' Asi, Agenzia spaziale italiana, e che sancisce la collaborazione tra Asi e il Progetto Stoq, Science, theology and the ontological quest, l' organo di coordinamento del dicastero vaticano per incoraggiare il dialogo tra scienza e fede. Come ha spiegato Barrow, alla presenza, tra gli altri, dello stesso Card. Ravasi, la teoria del Multiverso solleva nuovi e piu' complessi interrogativi non solo all'astronomia. ''Questa nuova visione - ha infatti detto - ci pone nuove sfide non solo come astronomi ma anche come teologi e filosofi''. La teoria, ha illustrato il cosmologo, conduce a una ''grande incertezza'' sull' origine degli universi. Diverse, infatti, sono le ipotesi circa l' inizio dell' Universo che la teoria non esclude e vanno dall' ipotesi che al principio vi fosse il nulla all'ipotesi della creazione dal nulla, dall'ipotesi del vuoto quantistico a quella che in origine non vi fosse distinzione tra le categorie di spazio e tempo. Per quanto riguarda invece un'altra delle domande classiche dell' astronomia ma, d'altronde, come ha evidenziato Barrow, di tutta l' umanita', e cioe' se l'universo abbia una fine, secondo la teoria del Multiverso per il cosmologo ''la fine del mondo non potra' avvenire in modo concomitante in tutti gli universi che compongono il Multiverso, e quindi alcuni potrebbero collassare con un Big Crunch mentre altri no''.
Fonte: Ansa.it
''Oggi non si parla piu' di un singolo universo ma di molti tipi di universo che possono esistere al di la' di quello che e' il nostro orizzonte visibile. Il nostro universo non e' quindi piu' globale bensi' sempre piu' locale''. E' questa, spiegata da John Barrow, matematico e cosmologo di Cambridge, il cuore della teoria del Multiverso che il professore inglese e' stato invitato ad esporre in Vaticano dal Pontificio Consiglio della Cultura nell'ambito di una conferenza dal titolo: ''L' origine dell' Universo. Che cosa la moderna cosmologia ci dice circa il nostro posto nell' Universo''. Un appuntamento promosso dal dicastero guidato dal card. Gianfranco Ravasi, organizzato con la sponsorizzazione dell' Asi, Agenzia spaziale italiana, e che sancisce la collaborazione tra Asi e il Progetto Stoq, Science, theology and the ontological quest, l' organo di coordinamento del dicastero vaticano per incoraggiare il dialogo tra scienza e fede. Come ha spiegato Barrow, alla presenza, tra gli altri, dello stesso Card. Ravasi, la teoria del Multiverso solleva nuovi e piu' complessi interrogativi non solo all'astronomia. ''Questa nuova visione - ha infatti detto - ci pone nuove sfide non solo come astronomi ma anche come teologi e filosofi''. La teoria, ha illustrato il cosmologo, conduce a una ''grande incertezza'' sull' origine degli universi. Diverse, infatti, sono le ipotesi circa l' inizio dell' Universo che la teoria non esclude e vanno dall' ipotesi che al principio vi fosse il nulla all'ipotesi della creazione dal nulla, dall'ipotesi del vuoto quantistico a quella che in origine non vi fosse distinzione tra le categorie di spazio e tempo. Per quanto riguarda invece un'altra delle domande classiche dell' astronomia ma, d'altronde, come ha evidenziato Barrow, di tutta l' umanita', e cioe' se l'universo abbia una fine, secondo la teoria del Multiverso per il cosmologo ''la fine del mondo non potra' avvenire in modo concomitante in tutti gli universi che compongono il Multiverso, e quindi alcuni potrebbero collassare con un Big Crunch mentre altri no''.
Fonte: Ansa.it
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