Porto Badisco (Lecce) è un importante luogo per gli studi sulla preistoria. In particolare dopo la scoperta di “Grotta dei Cervi”, sito di importanza europea. Fu scoperta il primo febbraio del 1970 dal gruppo speleologico “Pasquale De Laurentiis” (Maglie). Le pitture presenti nella grotta sono di colore nero (guano di pipistrello) e rosso (ocra). Sono raffigurate scene di caccia, cervi e incredibili e mirabolanti segni. La “Grotta dei Cervi” è chiusa al pubblico per non alterare il microclima....Oppure per nascondere alle masse un antico contatto alieno?
La Grotta si suddivide in tre ampi corridoi percorsi da pitture scoperte al loro interno. Il primo corridoio è lungo circa 200 metri, ed a un certo punto si sdoppia in due rami uno in direzione nord alla fine del quale furono ritrovato due scheletri, (i due scheletri in questione sono privi della testa e vi era, inoltre, un amuleto costituito da un dente animale forato alla radice, si ipotizza che i due uomini potrebbero essersi sacrificati per non rivelare l’esistenza della grotta, pur evidenziando che "il condizionale è d’obbligo" perché potrebbero anche essere stati uccisi) e l’altro in direzione sud-est. Il secondo corridoio è ricco di pitture, ed anche esso è lungo 200 metri e vi si accede da un cunicolo passante dal primo corridoio. Questo corridoio verso la fine si allarga dando accesso a due sale successive. Verso la metà il percorso si interrompe e vi è la presenza di un laghetto naturale formatosi dalle acque di stillicidio, e successivamente vi è la presenza di un deposito di guano adoperato dall’uomo neolitico per dipingere. Il terzo corridoio è lungo anch’esso 200 metri e al suo interno vi si accede dal secondo corridoio attraverso un’apertura molto bassa. Per accedere all’interno del complesso sono presenti due ingressi: Uno OCCIDENTALE, che si immette solo nel primo corridoio; Uno ORIENTALE, che da accesso a tutti e tre i corridoi. Vi è inoltre la presenza di un cunicolo che da accesso ai corridoi, ed è stato prontamente scavato e rinforzato lungo le pareti da muretti a secco, da parte dell’uomo neolitico.
In uno dei pittogrammi (gruppo 42) è rappresentato un corpo celeste cruciforme con al centro una cabina di pilotaggio. Questa figura sarebbe atterrata nei pressi degli insediamenti umani della fiorente civiltà neolitica pugliese. Nello stesso pittogramma, ominidi armati distruggono i villaggi e rapiscono gli abitanti.
Isidoro Mattioli, un appassionato speleologo leccese, visse un’incredibile avventura negli anni Settanta, allorché stava esplorando alcuni cunicoli nei pressi della Grotta dei Cervi; là ebbe modo di udire uno strano rumore di sassi che rotolavano ed un misterioso suono di tamburi provenire dagli impenetrabili cunicoli. Spaventato, l’uomo decise di abbandonare l’escursione ma, nell'estate del 1985, Mattioli si decise infine ad organizzare un'altra spedizione; i fenomeni, neanche a dirlo, si ripeterono: l’uomo, oltre ad udire nuovamente quegli strani rumori ed il tam-tam dei tamburi, ebbe anche modo di intravedere una figura umanoide di circa 80 cm di altezza e due luci rosse, come due occhi infuocati. La notizia rimbalzò sui giornali locali che ancora oggi, a distanza di anni, di tanto in tanto i media tornano sulla misteriosa vicenda. L’aspetto che rende ancor più intrigante la vicenda è che la grotta di Porto Badisco, di cui parlò negli anni Settanta anche il celebre Peter Kolosimo, è coperta di incisioni preistoriche che mostrano strane figure nelle quali non pochi hanno visto rappresentazioni di UFO ed extraterrestri.
Sia come sia, nessuno ha mai saputo dare una spiegazione soddisfacente dell'accaduto ed ora che Isidoro Mattioli ha portato per sempre con sé questo segreto, tutte le residue speranze di risolvere questo caso sono riposte nel progettato programma di esplorazione della Grotta dei Cervi con sonde automatiche. Non è un segreto, invece, che diversi speleologi abbiano percepito le stesse sensazioni di Mattioli, calandosi nel livelli sotterranei più profondi, in diverse parti d’Italia. Uno speleologo milanese, degno della massima fiducia, ci ha confidato dietro le quinte di aver potuto accedere ai livelli più profondi delle gallerie che percorrono la rete sotterranea di Milano (dunque, al di sotto delle fogne e dei viadotti della metropolitana), imbattendosi in tunnel molto più antichi, nei quali l’uomo dice di avere visualizzato delle strane entità, dall’aspetto particolarmente malvagio. Quale sia la causa di queste visioni, la mancanza di ossigeno o la reale presenza di creature evidentemente non fisiche, non è ancora dato di saperlo.
Fonti: Wikipedia , Alfredo Lissoni, Archeomisteri - tratto da fonte
La Grotta si suddivide in tre ampi corridoi percorsi da pitture scoperte al loro interno. Il primo corridoio è lungo circa 200 metri, ed a un certo punto si sdoppia in due rami uno in direzione nord alla fine del quale furono ritrovato due scheletri, (i due scheletri in questione sono privi della testa e vi era, inoltre, un amuleto costituito da un dente animale forato alla radice, si ipotizza che i due uomini potrebbero essersi sacrificati per non rivelare l’esistenza della grotta, pur evidenziando che "il condizionale è d’obbligo" perché potrebbero anche essere stati uccisi) e l’altro in direzione sud-est. Il secondo corridoio è ricco di pitture, ed anche esso è lungo 200 metri e vi si accede da un cunicolo passante dal primo corridoio. Questo corridoio verso la fine si allarga dando accesso a due sale successive. Verso la metà il percorso si interrompe e vi è la presenza di un laghetto naturale formatosi dalle acque di stillicidio, e successivamente vi è la presenza di un deposito di guano adoperato dall’uomo neolitico per dipingere. Il terzo corridoio è lungo anch’esso 200 metri e al suo interno vi si accede dal secondo corridoio attraverso un’apertura molto bassa. Per accedere all’interno del complesso sono presenti due ingressi: Uno OCCIDENTALE, che si immette solo nel primo corridoio; Uno ORIENTALE, che da accesso a tutti e tre i corridoi. Vi è inoltre la presenza di un cunicolo che da accesso ai corridoi, ed è stato prontamente scavato e rinforzato lungo le pareti da muretti a secco, da parte dell’uomo neolitico.
In uno dei pittogrammi (gruppo 42) è rappresentato un corpo celeste cruciforme con al centro una cabina di pilotaggio. Questa figura sarebbe atterrata nei pressi degli insediamenti umani della fiorente civiltà neolitica pugliese. Nello stesso pittogramma, ominidi armati distruggono i villaggi e rapiscono gli abitanti.
Isidoro Mattioli, un appassionato speleologo leccese, visse un’incredibile avventura negli anni Settanta, allorché stava esplorando alcuni cunicoli nei pressi della Grotta dei Cervi; là ebbe modo di udire uno strano rumore di sassi che rotolavano ed un misterioso suono di tamburi provenire dagli impenetrabili cunicoli. Spaventato, l’uomo decise di abbandonare l’escursione ma, nell'estate del 1985, Mattioli si decise infine ad organizzare un'altra spedizione; i fenomeni, neanche a dirlo, si ripeterono: l’uomo, oltre ad udire nuovamente quegli strani rumori ed il tam-tam dei tamburi, ebbe anche modo di intravedere una figura umanoide di circa 80 cm di altezza e due luci rosse, come due occhi infuocati. La notizia rimbalzò sui giornali locali che ancora oggi, a distanza di anni, di tanto in tanto i media tornano sulla misteriosa vicenda. L’aspetto che rende ancor più intrigante la vicenda è che la grotta di Porto Badisco, di cui parlò negli anni Settanta anche il celebre Peter Kolosimo, è coperta di incisioni preistoriche che mostrano strane figure nelle quali non pochi hanno visto rappresentazioni di UFO ed extraterrestri.
Sia come sia, nessuno ha mai saputo dare una spiegazione soddisfacente dell'accaduto ed ora che Isidoro Mattioli ha portato per sempre con sé questo segreto, tutte le residue speranze di risolvere questo caso sono riposte nel progettato programma di esplorazione della Grotta dei Cervi con sonde automatiche. Non è un segreto, invece, che diversi speleologi abbiano percepito le stesse sensazioni di Mattioli, calandosi nel livelli sotterranei più profondi, in diverse parti d’Italia. Uno speleologo milanese, degno della massima fiducia, ci ha confidato dietro le quinte di aver potuto accedere ai livelli più profondi delle gallerie che percorrono la rete sotterranea di Milano (dunque, al di sotto delle fogne e dei viadotti della metropolitana), imbattendosi in tunnel molto più antichi, nei quali l’uomo dice di avere visualizzato delle strane entità, dall’aspetto particolarmente malvagio. Quale sia la causa di queste visioni, la mancanza di ossigeno o la reale presenza di creature evidentemente non fisiche, non è ancora dato di saperlo.
Fonti: Wikipedia , Alfredo Lissoni, Archeomisteri - tratto da fonte
2 commenti:
Salve,vivo nella prov di lecce e chiedo il permesso di copiare e incollare qst articolo nel mio profilo su facebook.Grazie
arcobaleno_luce
Certo che puoi riprenderlo, basta che citi la fonte. Ciao.
Posta un commento