Una mappatura del cervello dei rapiti ha fatto inoltre riscontrare un’attivazione del tutto insolita dei lobi frontali e prefrontali . A questa attivazione corrisponde anche lo sviluppo di nuove facoltà quali sensitività, preveggenza, telepatia e contatto costante con gli esseri che hanno operato il rapimento.
“Si tratta”, ha affermato la dottoressa Moura in una recente conferenza tenuta in Brasile, “di un’onda cerebrale anomala che non può essere creata da fantasie, false memorie, o paralisi ipnagogiche”.
Citando il libro Trasformadores de Consciência da lei dedicato al fenomeno dei rapimenti, la psicologa ha affermato che al momento della pubblicazione del saggio non possedeva tutti i dati di cui dispone oggi sulle modifiche riscontrate nel cervello dei rapiti. “Oggi,” ha detto, “posso capire meglio il significato dell’attivazione delle onde beta ad alta frequenza che riscontrai nel cervello delle persone da me esaminate. Tale risultato è stato pubblicato nel volume II del Journal of Scientific Exploration insieme a una sintesi delle mappature cerebrali, effettuate da me e dal noto psichiatra John Mack su un gruppo di rapiti e/o contattisti.”
“Ho potuto osservare” prosegue la psicologa brasiliana “ che dopo l’eliminazione e trasformazione della paura rimasta dopo il rapimento e man mano che il rapito comincia a interagire con le energie stimolate, lavorando sul proprio ego, recuperando i ricordi e trasformando le emozioni, il rapimento si trasforma in un contatto ed egli giunge a pensare che riceve messaggi direttamente da Esseri, o da Maestri vicini ad una fonte spirituale”. (John Mack, 1994, Gilda Moura, 1993).
“I risultati della nostra ricerca sulle onde cerebrali forniscono un esempio dell’impatto trasformatore del fenomeno e del fatto che esso produce una frequenza più alta che potremmo ipoteticamente chiamare «Onda del Risveglio della Coscienza»”. Gilda Moura ha detto inoltre che il verificarsi della trasformazione desta nel rapito la coscienza di avere una missione e che questa coscienza fa sparire buona parte delle ansie procurate dall’esperienza e gli permette di vivere con maggiore serenità, creatività e attività mentale.
La psicologa afferma anche di essere giunta alla conclusione che “gli alieni” ci vogliono insegnare a vivere meglio, a espandere la nostra coscienza, abbandonando il nostro modo di pensare abituale, centrato negli strati più superficiali della mente e dell’ego, per giungere a un’immersione ai livelli più profondi dove troviamo il nostro Sé e comprendiamo l’unità dell’universo.
I rapiti compiono quindi un percorso attraverso un insegnamento graduale che fa salire la loro frequenza cerebrale eliminando paura, dolore, rabbia e altri sentimenti negativi che non possono coesistere con le frequenze più elevate. Questo stato di coscienza fa sì che tutti i contenuti emozionali rimossi si possano esprimere. “Quando ho capito ciò”, ha affermato Gilda Moura “mi sono anche resa conto del perché i contattati vivevano all’inizio momenti di confusione e di disorganizzazione psicologica. Ho quindi elaborato un’ipotesi secondo cui l’esperienza avviene ed è registrata in un campo vibratorio la cui frequenza è diversa da quella della memoria ordinaria. Dato che non siamo abituati a vivere a quel livello, il fisico ne risente e l’aumento di frequenza riporta a galla il materiale rimosso”. “Questa attivazione dei lobi frontali è simile a quella descritta da Newberg come un aumento del flusso sanguigno nelle aree frontali e prefrontali e nella disattivazione delle altre zone nei momenti di intensa concentrazione e di estasi o Samadhi dei monaci tibetani.”
Gilda Moura - fonte Ufo.com.br |
“Posso dire,” conclude la psicologa, “che lo studio dei casi di abduction e della conseguente evoluzione vissuta dalle persone coinvolte mi hanno dato molta gioia e mi hanno permesso di imparare molto. Senza questa ricerca non avrei avuto modo di comprendere meglio le capacità della coscienza e le possibilità che l’interazione con esseri tanto diversi da noi ci apre”.
“Attraverso l’espansione della coscienza dovuta all’attivazione e all’impatto, possiamo connetterci con una Fonte, o con un Divino, che ci procura una sensazione di estasi. Il risultato di questo processo è una trasformazione che ci porta a scoprire un Amore rivolto sia a noi stessi, che al resto dell’umanità e al Pianeta. Non credo che ciò sia un sottoprodotto del contatto. Penso al contrario che si tratti di un effetto generato intenzionalmente e orchestrato da esseri organizzati che sanno ciò che stanno facendo”.
Florinda Balli
fonte
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