"L’ho vista apparire all’improvviso... una figura ben definita, come uno scheletro fatto di nebbia, alto un metro e venti, simile ad un bambino, con le braccia sottili e la testa rotonda. Si spostava veloce a piccoli passi..."
Ho incontrato Federico P. lo scorso 29 Gennaio, a Roma, in una zona dell’EUR. È nato nella Capitale, dove risiede con i genitori e un fratello minore. È un ragazzo semplice, di corporatura snella e atletica, frutto delle diverse discipline da lui praticate a lungo a livello agonistico: Triatlon, nuoto, ciclismo e corsa, con ottimi risultati. Ha conseguito un diploma in ingegneria. Né a lui né ai genitori sono capitati avvistamenti UFO, ma ricorda che il nonno si interessava di fenomeni paranormali e di ufologia.
Gli UFO nella mente
L’anno scorso, entrando in una libreria insieme ad un amico, per caso il suo sguardo cadde sul libro "Gli UFO nella mente" di Corrado Malanga, non il suo genere di lettura preferito, ma lo acquistò egualmente. Pensava che potesse trattare il lato psicologico del fenomeno UFO, ma non avrebbe mai immaginato che leggendolo gli sarebbero riaffiorati alcuni ricordi dell’infanzia. Una serie di simboli che Valerio Lonzi aveva visto all’interno della macchina volante divennero il trampolino di lancio.
Federico, già prima dell’esperienza, disegnava spesso, senza conoscerne il significato, la figura del triangolo con un punto al centro e con tre linee esterne e qualche volta anche quadrati. In merito a questo triangolo ricordò un aneddoto: "Una volta, leggendo un fumetto giapponese, mi capitò di vedere, in alcuni disegni, il simbolo del triangolo con le tre linee esterne, ne rimasi colpito perché ritenevo che fosse unicamente una mia invenzione".
Sorsero in lui i primi interrogativi e allora si mise alla ricerca di un centro che potesse dargli delle risposte. Lo trovò, finalmente, sull’elenco telefonico. Acquistò per la prima volta la rivista "Dossier Alieni", perché attratto dall’illustrazione di copertina e dal titolo. Voleva, solo per curiosità, sapere se c’erano state altre persone con la sua stessa esperienza con l’essere "di fumo".
Roma tanti anni fa...
L’anno scorso, entrando in una libreria insieme ad un amico, per caso il suo sguardo cadde sul libro "Gli UFO nella mente" di Corrado Malanga, non il suo genere di lettura preferito, ma lo acquistò egualmente. Pensava che potesse trattare il lato psicologico del fenomeno UFO, ma non avrebbe mai immaginato che leggendolo gli sarebbero riaffiorati alcuni ricordi dell’infanzia. Una serie di simboli che Valerio Lonzi aveva visto all’interno della macchina volante divennero il trampolino di lancio.
Federico, già prima dell’esperienza, disegnava spesso, senza conoscerne il significato, la figura del triangolo con un punto al centro e con tre linee esterne e qualche volta anche quadrati. In merito a questo triangolo ricordò un aneddoto: "Una volta, leggendo un fumetto giapponese, mi capitò di vedere, in alcuni disegni, il simbolo del triangolo con le tre linee esterne, ne rimasi colpito perché ritenevo che fosse unicamente una mia invenzione".
Sorsero in lui i primi interrogativi e allora si mise alla ricerca di un centro che potesse dargli delle risposte. Lo trovò, finalmente, sull’elenco telefonico. Acquistò per la prima volta la rivista "Dossier Alieni", perché attratto dall’illustrazione di copertina e dal titolo. Voleva, solo per curiosità, sapere se c’erano state altre persone con la sua stessa esperienza con l’essere "di fumo".
"Era il mio marziano"
A questo punto della nostra conversazione, avendo notato in Federico una certa agitazione, ho ritenuto opportuno fare una pausa e ci siamo recati in un bar, lì vicino. Poi, con più calma, abbiamo ripreso il discorso.
"L’ho vista apparire all’improvviso - racconta il testimone - proprio al centro degli stipiti della porta del salone, ma all’interno. Era una figura ben definita e, anche se sembrava nebbia densa o fumo non si dissolveva, ed inoltre si poteva vedere attraverso ma solo in determinate parti del corpo. Sembrava uno scheletro fatto con anelli di fumo luminosi. Assomigliava ad un bambino e poteva avere la mia stessa altezza, un metro e venti centimetri. Le braccia erano sottili e distese lungo il corpo fumoso. La testa era rotonda e alcune zone erano trasparenti. Aveva due piccoli piedi e si spostava velocemente con piccoli passi, prima a destra, e scompare, riappare al centro della mia visuale e scompare a sinistra. Non ho visto dita nelle mani ma ricordo, forse però è solo una mia immaginazione, che quando disegnavo quella figura avevo la tendenza a farle sempre tre o quattro dita. Inconsciamente lo definivo il mio marziano. Non lo scorderò mai".
Riaffiorano i ricordi
Prima dei sei anni non ci sono ricordi. Federico rammenta vagamente due sogni o incubi avuti forse all’età di dieci anni: "Non riuscivo a dormire... ero agitato e mi giravo di continuo... all’improvviso ai piedi del letto si materializza la sagoma... o solo il contorno... non ricordo perfettamente, di un essere molto alto e robusto con una grossa testa e con dei pettorali molto sviluppati e indossava qualcosa... una tuta... o un pigiama... di colore blu e mi fissava. Per due volte mi sono coperto con le lenzuola la testa per non vederlo ma era sempre lì che mi guardava. La terza volta ho avuto la sensazione che fosse una persona della famiglia, forse mio padre, poi... mi sono addormentato, ma era già mattina. Un altro sogno era quello di giocare a volare in una sostanza con poca gravità... forse acqua. Questo era abbastanza ricorrente".
Dopo i dieci anni Federico si divertiva con gli amici a fare giochi di telepatia, che il più delle volte gli riuscivano. Altre volte aveva la sensazione, e questo gli accade tuttora, di sdoppiamento fisico. Verso i diciotto anni iniziò ad interessarsi della relatività e dei mondi paralleli e comprò diversi libri per approfondire la materia. Intorno ai vent’anni scoprì di possedere doti di ipnotizzatore e, dopo aver letto un libro, si dilettò a mettere in pratica queste capacità. Prima su se stesso e poi con gli amici, ma ci tiene ad evidenziare che lo faceva solo per puro divertimento.
Un fatto curioso gli accadde intorno ai ventuno anni, durante una delle trasmissioni serali di "Misteri" ed esattamente quando fu presentata l’autopsia del Santilli Footage. Federico non aveva mai sofferto di sonnambulismo, ma quella notte si alzò dal letto ed iniziò a girare per la casa gridando: "Lo vedete anche voi... lo vedete anche voi... cos’è quella cosa?". I genitori si preoccuparono, lo svegliarono e lo tranquillizzarono assicurandogli che in casa non c’era nessuno. Federico non ricorda cosa aveva visto ma quelle frasi, probabilmente, erano rivolte all’essere "di fumo". Mi confidò di avere alcuni segni fisici, ma poca cosa: "Uno è sul malleolo della gamba destra e l’altro, una piccola chiazza bianca, sulla coscia sinistra, ma forse sono solo delle cicatrici che mi sono procurato nel corso degli anni. Non voglio credere che... ho una paura tremenda".
Federico, su mia richiesta, ha effettuato una ricostruzione della scena vista in casa, la figura dell’essere e il simbolo del triangolo, poi ha compilato il test. Come di consueto, possiedo la registrazione audio della testimonianza. Federico è disposto a sottoporsi a ipnosi regressiva.
Articolo di Pietro Ponzo
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