"Un disco volante è atterrato nelle Basse Alpi?". Sabato, 3 luglio 1965, questo era il titolo in prima pagina de Le Provençal. L'articolo di Victor Nathan, inviato speciale a Digne, ha affermato che "La polizia ha trovato strane tracce, nel posto dove un abitante di Valensole dice di averlo visto assieme a due suoi passeggeri!". Cosa è accaduto esattamente in questa piccola città dell’Alta Provenza?
Era Giovedi, 1 luglio 1965. Maurice Masse, 41 anni, ha lasciato la sua casa verso le cinque per recarsi nel suo campo di lavanda, a due chilometri dal villaggio. Il contadino voleva godere del fresco mattino per zappare le sue piante. Prima di avviare il trattore, verso le sei, si accese una sigaretta. Improvvisamente, un fischio risuonò abbastanza forte. Fu perplesso, anche se credeva si trattasse probabilmente della manovra di un elicottero, come spesso se ne vedono nella regione. Costeggiando il mucchio di pietre che nascondeva la vista, a circa 90 metri, Maurice Masse poi notò uno strano veicolo che non assomigliava per nulla a elicottero. La sua forma ricorda vagamente quella di un auto Dauphine. Sormontata da una piccola cupola trasparente, posata su sei bracci articolati e un perno centrale. Sembrava un ragno mostruoso...
Maurice Masse nel luogo del contatto |
Il contadino si avvicinò con attenzione ad una distanza di dieci metri e si rese conto, stupito, che due piccoli esseri si alzarono davanti a lui! Allertato dalla sua presenza, uno di loro puntò nella sua direzione un tubo tratto da un sacchetto appeso al suo fianco. Maurice Masse si ritrovò completamente immobilizzato, stordito e paralizzato, ma pienamente cosciente. I due esseri risalirono nel loro mezzo, la cui porta scorrevole si chiuse istantaneamente. Li osservò mentre erano impegnati dietro la cupola trasparente e sentì un tonfo, quando la macchina decollò. Il perno centrale iniziò a girare e le sei braccia si ritrassero nel velivolo. Il mezzo s’innalzò in verticale prima di inclinarsi e di scomparire più velocemente di un aviogetto. Maurice Masse rimase paralizzato quindici minuti prima di muoversi.
Nel punto in cui il mezzo atterrò, il terreno aveva la consistenza del un fango quasi liquido. Tuttavia, non pioveva da settimane. Appena ripresosi, cercò di riprendere il suo lavoro ma il suo cuore non ce la fece. Ritornò subito in paese e andò al Café des Sports, dove i suoi amici, vedendolo particolarmente disturbato, gli domandarono:
- Se sapeste cosa mi è successo questa mattina ...
- Hai visto il diavolo o qualcosa del genere?
- No, peggio ...
Il contadino gli racconta della sua disavventura, ma senza insistere sugli "esseri" o sul "tubo paralizzante", per paura di essere preso per un folle. Rapidamente, la storia fece il giro del paese e raggiunse le orecchie del Capo Oliva, comandante della gendarmeria di Valendole, che raccolse le testimonianze in giornata. Data la gravità dei fatti, egli avvisò suoi superiori e non sospettò che presto sarebbe stato molestato, con telefonate dalla Francia e dal mondo. Già i giornalisti affollarono la scena, a cominciare dall'inviato speciale del Provençal, Victor Nathan. Il 2 luglio, riuscì a intervistare Maurice Masse, ma lui era riluttante. Aveva paura di avere noie. Il giornalista andò anche nel campo di lavanda con la polizia e trovò, dove indicato, l'esistenza di un solco impresso sul terreno. Nel suo centro vi era un foro cilindrico dalle pareti lisce, di 18 cm di diametro e 40 cm di profondità. In fondo, altri tre fori a gomito di 6 cm di diametro, scavati sul terreno. Lungo l'asse d’involo dell'oggetto, un centinaio di metri, le piante di lavanda erano essiccate. Infine, tutt’attorno al foro, il terreno è duro come il cemento, mentre si sbriciola altrove. In questo punto, la lavanda non crebbe per dieci anni. Il Venerdì 3 luglio, verso le 23 ore, arrivò sulla scena il capitano Valnet, comandante di compagnia della gendarmeria di Digne. Maurice Masse fu di nuovo interrogato in modo dettagliato per gran parte della notte. Il giorno dopo, l'amministrazione prefettizia venne allertata, i vigili condussero una ricerca esaustiva sul terreno in cui si era posato l'oggetto non identificato.
Ricostruzione dell'evento |
Il 4 luglio un nuovo articolo su Le Provençal: "Il mistero permane sul disco volante di Valensole. Victor Nathan racconta l'emozione intensa che attanagliò gli abitanti di questa città delle Basse Alpi. Giornalisti, giornalisti televisivi, gli abitanti del dipartimento... tutti vogliono arrivare laddove si è verificato questo strano fenomeno, misurarlo, fotografarlo, filmarlo e perfino toccarlo". Una voce secondo cui "la terra è radioattiva" fa tuttavia spaventare quelli che, forse incautamente, si precipitarono sulla scena. Sembrava anche si attendesse l’arrivo di un ingegnere atomico di Marcoule e di rappresentanti dell’aviazione.
Su nuova richiesta dell’inviato speciale, Maurice Masse ripeté "non è una burla" e non ha sognato: "Quello che ho visto nel mio campo, l’ho ben visto. Gli si crede, perché non è uno strambo o un burlone". Ben noto nel paese, non vi è dubbio che un mezzo misterioso è sbarcato nel quartiere di Olivola, vicino alla strada dell’Oraison. Inoltre, l'articolo evoca la testimonianza di un marinaio di Port St. Louis du Rhone. Roger Cattoia, 32 anni, sostenne di aver visto Giovedì, alle 03:00 circa, quando navigava sul Rodano, un bagliore verde di una rara intensità andare a nord-est, verso la valle della Durance. "Per più di dieci minuti, il cielo era completamente verde." E il suo compagno di squadra, Christian Vognin, l’ha visto pure. Al Provençal, il contadino dice anche che la sua prima reazione fu di arare il campo per rimuovere le tracce lasciate dal mezzo. "Avrei dovuto obbedire il mio primo impulso. Il mio campo è attualmente in uno stato di indescrivibile ed è stato letteralmente devastato da una muta di giornalisti e curiosi, per non parlare degli interrogatori formali. Ho raccontato così tante volte la storia di ciò che è successo, che sono stanco".
E per finirla con questa follia, sparisce. Volatilizzato!
Il punto dell'atterraggio della navicella aliena |
Inviato sulla scena, un giornalista dell’AFP offre un ritratto molto diverso di Maurice Masse, come dimostra l'articolo del Méridional pubblicato il 4 luglio 1965: "I lineamenti incisi dal sole, il collo e le spalle larghe, ha l'aspetto classico del contadino. Buona cacciatore, buon pescatore, ha anche ereditato l'eloquenza del sud, che canta la gioia di vivere, il sole e la natura." L'articolo prosegue dicendo che è "conosciuto in paese per il suo spirito semplice e colorato" e che spesso arriva a raccontare di "exploit immaginari", come per esempio pescare come trote "così", sottolineando la portata del suo braccio. "Infine, passa per un buon narratore". Il quotidiano documento rivela anche il motivo della sua scomparsa: "Maurice Masse è partito per accompagnare sua figlia nella penisola di Giens, dove trascorrerà le sue vacanze." Per quanto riguarda il famoso "disco volante", il reporter ha suggerito che in realtà fosse un elicottero militare in manovra. "L'esercitazione chiamata Provenza 65 è ora terminata, e i velivoli coinvolti hanno lasciato il territorio di Saint Auban. La stessa spiegazione su Le Monde, datata 4 luglio 1965, stabilisce che "il disco volante era probabilmente un elicottero." Ma Le Provençal contrattacca il 5 luglio, dicendo che il mezzo sconosciuto "non era un elicottero". Di nuovo interrogato dopo Giens, Maurice Masse è categorico: "Il mezzo non era equipaggiato ne con pale, ne con rotore. Ho sempre la pretesa di essere in grado di riconoscere un elicottero. Non lo era. Sono formale! La fusoliera aveva una forma ovale, ma non ho mai detto che era un disco volante". E Victor Nathan non ha esitato ad inveire contro questi informatori "che giudicano un fatto da 100km di distanza" o queste "affermazioni di colleghi amareggiati per aver perso l’evento fin dal primo giorno (...) Masse è il contrario di ciò che viene chiamato un gaiente. Infine, contrariamente a quanto riportato dagli altri giornali, è stata fatta una constatazione rigorosa da parte della gendarmeria."
Il giorno dopo, il Méridional titolava "Esaurimento nervoso per l'autore della storia." Maurice sembrava esser scoppiato. Soffriva di ipersonnia, dormendo 12-15 ore al giorno, e non voleva più vedere nessuno. I gendarmi lo lasciarono in pace durante l'estate, ma non rinunciarono al caso. Fu convocato il 18 agosto presso la gendarmeria. Interrogato per più di otto ore dal capitano Valnet, descrisse in dettaglio i due esseri che vide, elementi che non aveva osato dare nei primi minuti, per paura del ridicolo. Secondo lui, non erano alti più di un metro, la loro testa sproporzionata era calva, senza collo e avevano un buco al posto della bocca. Aggiunse di aver sentito una specie di gorgoglio dalle loro gole. Gli investigatori erano perplessi, il testimone non aveva detto tutto al primo interrogatorio.
Disegno delle creature |
Il caso di Valensole è stato ampiamente discusso nel rapporto Cometa. Così, la paralisi del testimone è spiegata da un "effetto delle microonde pulsanti, probabilmente simili a quelli usati oggi dalle armi a microonde anti-personale". Ma il rapporto conclude che "Nonostante alcuni elementi contraddittori nella storia di Maurice Masse, le prove raccolte dalla gendarmeria confermano la plausibilità dei fatti, in particolare gli effetti sull'ambiente e sul testimone stesso, che per diversi mesi dormiva da dodici a quindici ore a notte a causa della paralisi che aveva subito”. Vi si afferma, inoltre, che dall'esame sulla moralità del testimone non sono emersi "elementi di prova volti a sospettare un particolare comportamento da bugiardo patologico o l'assemblaggio di una bufala.” Valensole è uno dei pochi casi rimasti inspiegati, nonostante la ricchezza dei dati.
Il Sepra cessò le attività nel 2004, prima di rinascere nel 2005 sotto il nome di GEIPAN, Gruppo di Studi e Informazioni sui Fenomeni Aerospaziali Non-identificati. Per quanto riguarda Maurice Masse, morì il 14 maggio 2004, portando il suo segreto nella tomba. Nel 1972, aveva detto al giornalista René Pacaut, che ha raccolto le testimonianze in un libro - non posso dire tutto quello che ho visto. Nessuno mi crederebbe...
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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