Una donna, presumibilmente addotta, ha deciso di parlare con noi delle sue esperienze, spesso positive e talvolta preoccupanti, ma decisamente veritiere. Ne esce un caso fra i più interessanti degli ultimi anni.
Nel corso degli anni siamo venuti a conoscenza di numerosi casi di persone che affermano di aver avuto esperienze con entità aliene. Al di là dei casi stranieri, per quanto riguarda l’Italia, i protagonisti di tali vicende spesso le ricordano confusamente, e quasi tutti vivendoli come un trauma o una violenza psicofisica, accompagnati da sentimenti di paura e odio. Questa volta abbiamo la possibilità di riferire la storia dettagliata di molti incontri ravvicinati del quarto tipo vissuti da una donna italiana, che si dichiara felice della sua esperienza e in qualche modo si sente da questa arricchita, sia sul piano psicologico sia su quello spirituale.
Siamo grati a "Luisa" (così la chiameremo) per avere acconsentito alla divulgazione della sua storia e per la fiducia che ci ha accordato nel raccontare tutto ciò che ha vissuto, vincendo ogni timore e preoccupazione. Durante le telefonate in cui ci ha raccontato la sua esperienza, ci siamo fatti di lei l’idea di una persona intelligente, spiritosa, colta e, cosa che ci ha colpito maggiormente, tranquilla e consapevole di tutto quello che le accade. La consapevolezza di avere "incontrato" esseri di un altro mondo, o comunque di altre dimensioni, non ha sconvolto la sua vita, ma le ha dischiuso nuovi orizzonti, nuove vie di pensiero. Il motivo principale per cui ha accettato di rendere il nostro pubblico partecipe della sua storia è stato quello di aiutare altre persone, e in particolare donne che come lei vivono una "doppia vita", ma forse non hanno mai avuto la possibilità di realizzarla a livello cosciente, e quindi ne soffrono.
Ecco il racconto di Luisa.
Ecco il racconto di Luisa.
Quando hai iniziato a ricordare i tuoi "sogni" riguardo gli alieni?
I primi sogni che ho iniziato a ricordare risalgono alla mia gravidanza, circa due anni fa; andando avanti ho avuto la certezza di aver già fatto altri sogni simili. Le esperienze sono iniziate comunque da piccola. Sono sempre stata una bambina un po’ "strana". Ad esempio, scrivevo sempre una parola che in italiano non ha alcun significato, e per me non ne ha avuto alcuno per oltre 25 anni. La parola era "tolo". I miei genitori mi correggevano, dicevano che si scriveva "toro", ma io insistevo e non ho mai cambiato idea. Poco tempo fa ho trovato su un libro la stessa parola, e il significato sarebbe "astro, stella" in lingua Dogon. Con tale termine i Dogon usano indicare Sirio o Sirio B.
Ricordi qualcuno dei sogni che hai fatto?
Sì, anche perché erano così strani che li ho scritti tutti. Nel primo che ho ricordato, vedevo questa astronave sferica che arrivava, e io ero molto contenta. Era notte e la nave era tutta illuminata. All’improvviso mi sono vista in mezzo a queste due Grigie (Luisa non sa come spiegarlo, ma è sicura che fossero di sesso femminile) in una città di tipo medioevale, fatta di pietre chiare come quelle delle piramidi. Sembrava una città antica. Non vedevo alcun tipo di tecnologia. Quel pianeta era un posto di passaggio. C’erano molte Grigie e ibride che si recavano là per partorire. Io mi sentivo come in un grande asilo nido. Mi hanno detto che quei bambini erano destinati a ripopolare altri pianeti. Avevo paura quindi che avrei dovuta partorire il mio bambino e lasciarlo lì, ma mi dissero che avevo avuto il permesso di tenerlo con me. Mi dovevo sentire privilegiata perché il mio bambino faceva parte di una nuova razza. Da quello che ho capito e che ricordo, credo che la loro razza fosse destinata ad estinguersi. Erano rimasti pochi maschi e non erano in grado di riprodursi, quindi avevano bisogno di noi. I Grigi che vedevo sarebbero finiti, rimpiazzati da una nuova razza di ibridi. Comunque, non credo che si rivolgano solo a noi terrestri, penso che ci siano altre intelligenze, altre specie umanoidi. È un disegno molto grande. È tutto già predisposto.
Come erano vestite?
C’era qualcuno con dei lunghi vestiti bianchi, ma quelle che mi scortavano apparivano grigie, come ricoperte da una calza uniforme. In fondo credo che fosse la loro pelle. Sentivo la presenza di molte entità femminili che vivevano lì.
Cosa ricordi di quell’esperienza? Come l’hai vissuta? Ti hanno detto qualcosa?
Sì. Mi hanno detto che stavano passando tutto il loro patrimonio genetico a questa nuova razza. Mi volevano bene. Io lì mi sentivo benissimo. Mi carezzavano la pancia e mi dicevano di stare tranquilla, che avrei tenuto con me il mio bambino.
E durante la gravidanza hai avuto altri sogni oltre a questo?
Sì. Ho avuto tutte le visite mediche. La cosa più importante che ricordo è che mi svegliavo tutte le mattine alle cinque, andavo al bagno, tornavo a letto e regolarmente facevo questi sogni in cui mi facevano delle visite di controllo. Accadeva regolare come un orologio, ma solo dopo aver fatto questi sogni. Mi riaddormentavo profondamente e sognavo tutto, dall’arrivo dell’astronave al trasporto sul pianeta. Mi stendevo sul lettino, mi rilassavo e non sentivo alcun dolore. Controllavano se il bambino stava bene e il tutto succedeva in circa due ore, perché poi, verso le sette mi svegliavo. Mi hanno anche fatto mangiare. Erano delle cose buonissime e dolci. Mi sembrava di essere in una grande pasticceria (ride), e mi facevano assaggiare tante cose. C’erano anche tanti bambini Grigi. Era come una festa, come se mi avessero dato un bentornato, un benvenuto.
Ti sei mai sentita una di loro?
Dopo questi sogni, nelle righe che ho buttato giù subito dopo, ho scritto che mi sentivo proprio in famiglia con loro. Mi sentivo benissimo.
Quindi, malgrado le fattezze diverse, ti sentivi comunque parte di loro.
Sì, erano pieni d’amore e poi mi volevano bene, anche al mio bambino. Mi sentivo come loro, sì. Ci stavo bene.
Ti venivano sempre a prendere con l’astronave?
Sì.
E tuo marito in tutto questo? Dormiva?
Sì, lo vedevo dormire. Vedevo anche il mio bambino che dormiva, vedevo la culla. Non si sono mai svegliati. Io vedevo l’astronave arrivare. Una volta ho sognato di essermi alzata, di essere andata in salotto e di averli visti entrare dalla finestra della sala. Vedevo la parte ventrale dell’astronave, illuminata solo da poche lucine, e vedevo una gran punta ad ago che scendeva. Era praticamente attaccata al tetto della casa, sul terrazzo. Hanno attraversato i muri, o forse l’ho fatto io, ora non ricordo bene.
Comunicavate telepaticamente?
Sì, io sentivo i loro pensieri.
Mi hai detto che tra tutte queste belle esperienze c’è stato qualcosa che ti ha spaventato? Te la sentiresti di raccontarmelo ancora?
Dunque... innanzitutto è stato proprio diverso dagli altri perché mi sono sentita investita da un fascio di luce nel letto e mi sono accorta di essere cosciente. Ero completamente paralizzata e non potevo nemmeno aprire gli occhi. Mi sono ritrovata in posizione eretta e ai miei lati c’erano due esseri più bassi di me. Credo che fossero due Grigi. Immediatamente sono scappata. Era buio. Percepivo che attorno a me c’era una struttura profondissima. Passavo davanti a delle celle chiuse, delle porte e percepivo che all’interno c’erano tante diverse donne terrestri, come me, e urlavano. Non urlavano con la voce, ma io potevo sentire il loro terrore, ma erano chiuse dentro e io non potevo fare nulla. Mi hanno ripreso e mi sono ritrovata distesa. Sentivo su di me la presenza di un essere alto almeno due metri, molto magro. Lo reputavano il più importante. E accanto a lui c’erano anche altri esseri bassi.
Hai detto che secondo te erano dei Grigi: allora, che differenza c’è tra i Grigi con cui stai bene e questi?
Non lo so... gli altri erano così... simili a sogni. Questo era così diverso, non è stato un sogno. Questi Grigi non emanavano niente. Io sentivo quello che si dicevano tra loro, ma con me non cercavano minimamente di comunicare. Mi facevano sentire come una cosa, servivo e basta. Non come gli altri che mi trasmettevano amore. Indossavano dei vestiti. La differenza è che mi sembravano molto più bassi delle Grigie che stavano con me.
Ritorniamo all’essere che ti stava aggredendo.
Aveva gli occhi grandi con le palpebre. La pelle era verdognola, liscia. Il collo molto lungo e rugoso, occhi brillanti, giallo-rossi. Le mani erano impressionanti. Aveva tre dita in una mano e quattro in un’altra. Sembravano come tre lunghe unghie, tre artigli. Voleva accoppiarsi con me, voleva inseminarmi, credo fisicamente. A quel punto mi sono imposta di svenire. Dovevo svenire per fuggire, per andare via da lì. Non c’era altra via di fuga. Dovevo perdere coscienza. Il terrore veniva dal fatto che mi rendevo conto che non era un sogno. Sono riuscita a perdere i sensi, ma mentre succedeva ho sentito i loro pensieri. Un Grigio vide il segno che ho sull’avambraccio e disse che io non potevo essere toccata, e che dovevo essere rimandata subito giù. Quindi mi hanno gettato in una specie di vasca ripiena di un liquido blu-verdastro. Ricordo che non respiravo, stavo quasi per affogare. Poi mi sono sentita distesa nel mio letto. Ho fatto un respiro profondo e mi sono svegliata, ovviamente terrorizzata.
Parlami di questo segno.
Mi è venuto verso i cinque anni. Mia madre me lo ha confermato un po’ di tempo fa: è una macchietta più scura della mia pelle. Ovale con una sbocconcellatura in alto. Ne ho una identica anche sul ginocchio destro. Quella sul ginocchio mi è venuta qualche anno fa. Anche mio figlio ha un segno sotto il ginocchio. È una specie di macchia bianco latte, e gli è venuta verso i sei mesi (il segno sotto il ginocchio è classico nelle persone rapite dai Grigi, ndr).
Tuo figlio ti ha mai dato modo di capire se gli è successo qualcosa?
È molto piccolo, ma sa farsi capire. Ha paura del cane e lo chiama "bubu". Una notte si è svegliato piangendo e gridando "bubu, bubu", e puntava il dito verso il soffitto. Può anche darsi che si sia spaventato per i cani che vedeva durante il giorno.
Ritorniamo ai tuoi sogni...
Ho sognato un parto dopo qualche mese dalla nascita del mio bambino. C’erano delle Grigie, ho visto le gambine del neonato, molto piccole e trasparenti. Non ho sentito alcun dolore. Dopo averlo partorito mi sono risvegliata, e finito il sogno, nella realtà mi sono resa conto che durante il giorno io sentivo i movimenti di quel bambino, nella pancia. Credevo che fossero contrazioni da dopo parto, anche se erano passati già almeno tre mesi. Comunque, dopo il "sogno" del parto, quei movimenti non li ho più sentiti, e dopo nove mesi in cui ti senti crescere dentro tuo figlio, certi movimenti li riconosci.
Mi avevi detto che questo sogno ha avuto comunque un seguito...
Sì, io sono ritornata lì e ho visto questo bambino. Ho anche la certezza di averlo allattato per diverso tempo. Quando l’ho rivisto era piccolino, era bello. Somigliava a mio figlio. Lui mi ha riconosciuto, mi ha fatto dei gran sorrisi, l’ho preso in braccio. Poi, ho visto anche un’altra bambina, un po’ più grande, che mi ricordava molto me da piccola. Aveva i capelli chiari e molto lunghi. Ma lei non mi ha assolutamente riconosciuto. Ho cercato di abbracciarla, l’ho baciata, le ho detto che ero la sua mamma, ma lei non ha reagito.
Mi descrivi tuo figlio?
Certo. È biondo con gli occhi castani.
Ha preso dai genitori?
Veramente, sia io che mio marito siamo scuri. Inoltre, mia sorella e suo marito, che sono nerissimi di capelli, hanno una bambina bionda con gli occhi azzurri.
Anche tuo marito ha dei segni?
Sì. Ha un segno simile al mio, solo un po’ più grande, dietro l’orecchio. Non so quando gli sia venuto con precisione, ma credo tre o quattro anni fa. Comunque, sua madre non l’aveva mai notato.
Sembra che questa nostra intervista sia servita anche ad avvicinare le donne della tua famiglia alle esperienze che avete vissuto.
Sì. Ne ho parlato ieri con mia madre e mia sorella e si sono aperte con me. Mia madre mi ha raccontato che un mesetto fa le è successa una strana cosa: era al mare, in un albergo, con mia sorella. Quando è andata a letto, ha chiuso quasi completamente le serrande. Stava dormendo profondamente e all’improvviso ha sentito un rumore, come quando qualcuno si siede sul letto. Ha aperto gli occhi e ha visto l’essere. C’era una luce blu diffusa in camera. Quando me l’ha raccontato si è messa a piangere. La mattina dopo voleva andare alla polizia a fare una denuncia perché credeva davvero che fosse entrato qualcuno in camera, non era assolutamente un sogno! Le ho mostrato qualcuna delle vostre riviste e lei ha riconosciuto senza alcun dubbio l’essere in una foto dell’articolo riguardante l’alieno chiuso nel refrigeratore (vedi pag. 26, Dossier Alieni 18, N.d.R.). Quando l’ha visto si è agitata. Ho sottoposto mia madre e mia sorella alla guida/questionario sui rapimenti (Dossier Alieni 19, pag. 32) e abbiamo parlato molto. Mi ha raccontato che una volta aveva sognato di partorire un bambino tutto biondo, e poi mi ha raccontato quello che le era successo in albergo. Quando ha aperto gli occhi e ha visto la luce soffusa, ha visto l’essere seduto sul letto accanto a lei. Le ha messo una mano sotto al collo e senza toccarla la teneva completamente immobilizzata, ferma. Dice che a vederlo era grinzoso "come una mummia", come se tutto il suo corpo fosse ricoperto da una calzamaglia. Ma non sapeva come descriverlo. L’essere l’ha guardata e senza aprire bocca le ha detto: "Adesso ti faccio..." e dopo non ha sentito più niente. Più tardi, sempre con gli occhi aperti, lo ha visto allontanarsi dal letto. Mia madre ha aspettato un po’ e poi ha allungato la mano per aprire la luce. Lo ha cercato dappertutto, anche fuori dalla finestra e non lo ha trovato da nessuna parte. Era davvero spaventata. Sapeva che era qualcosa di reale e di non umano. Credeva che non sarebbe sopravvissuta fino al giorno dopo. Inoltre era preoccupata per mia sorella e mia nipote che dormivano nell’altra stanza. Ha svegliato mia sorella che dormiva nella stanza accanto, ma non hanno trovato nessuno. Anche mia sorella ha sognato una seconda gravidanza dopo aver partorito, ma non me l’aveva mai detto. Del bambino anche lei aveva visto solo le gambine, ma ricorda comunque dei grandi occhi neri. Si è ricordata che si svegliava spesso verso le due, le tre di notte e non riusciva a riaddormentarsi.
Mi avevi parlato anche di un altro caso in famiglia.
Riguarda mio zio, il fratello di mia madre. Mia nonna diceva che la notte venivano gli elfi e prendevano lo zio Carlo, ma quando lo riportavano indietro non lo mettevano mai a posto bene, lo lasciavano sotto il letto. Quando mia nonna chiudeva la porta, lo lasciava nella culla in una posizione e lo ritrovava nella stessa posizione ma sotto il lettino. E lei aveva visto gli elfi, diceva che le facevano i dispetti. Quando avevano cambiato casa, credo nel 1939, le hanno rotto tutta la cristalleria, perché non volevano che cambiassero casa.
Cosa è cambiato in te dopo queste esperienze?
Per cominciare, la mia idea della religione. Da quando ho ritrovato la connessione con il termine "tolo", la mia vita ha iniziato a mutare. Come in un puzzle ho iniziato a mettere un pezzo dietro l’altro, a comporre tutto. La mattina mi svegliavo e avevo delle intuizioni. Avevo la certezza matematica che tutta la storia di Adamo ed Eva non fosse mai esistita, o meglio, la vedevo a modo mio: immaginavo l’atterraggio alieno, così andavo a cercare i libri e leggevo i passaggi della Bibbia. La colonna di luce che parlava ad Abramo secondo me era un’astronave... Mi sono avvicinata all’idea vegetariana, al rispetto della natura. Ho iniziato a fare attenzione al pianeta, a vederlo come un’entità vivente, un cuore che pulsa. Ora ne ho un profondo rispetto, sento di doverlo difendere. Ho la sensazione che qualcosa dovrà succedere, un grande avvenimento e sono depressa perché non credo che accadrà prestissimo. Forse si tratta del loro ritorno. Sicuramente la mia vita è cambiata. Spero che la gente si decida a parlare, a raccontare le proprie esperienze, per poterne trarre delle informazioni, per poter imparare, capire qualcosa.
di Lily Familiari
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