Scienziato stravagante, geniale, intuitivo e bizzarro, scoprì la capacità delle onde elettromagnetiche a bassa frequenza di propagarsi senza decrementi d’intensità in ogni angolo del pianeta.
Chiudiamo gli occhi per un attimo e immaginiamo di catapultarci in una calda giornata estiva del 1931. Percorrendo una strada della città di Bufalo, stato americano del New York, tutto d’un tratto, scorgiamo affiancarsi a noi un’autovettura completamente silenziosa e priva della benché minima emissione inquinante.
Cosa che ci spiazzerebbe, considerando il livello di progresso tecnologico del tempo, e ancor di più se in possesso di un misero nozionismo relativo al ciclo del motore a combustione interna. Pare un racconto fantasioso, ma si tratta al contrario di un fatto realmente avvenuto.
Al volante di questa unica e straordinaria macchina (una berlina Pierce-Arrow), sedeva Peter Savo, nipote di un “signore” per la cui presentazione non servono particolari squilli di tromba: Nikola Tesla.
Nikola Tesla le onde elettromagnetiche e i raggi cosmici
Scienziato stravagante, geniale, intuitivo e bizzarro, scoprì la capacità delle onde elettromagnetiche a bassa frequenza di propagarsi senza decrementi d’intensità in ogni angolo del pianeta, attraverso una particolare zona, detta di Schumann, sita tra la superficie terrestre sino alla ionosfera (circa 80 km).
Scoperta che come naturale conseguenza elaborava un modello nel quale, sintonizzato un apposito dispositivo elettrico sulla opportuna frequenza di ricezione, era permesso a chiunque usufruire gratuitamente di questo infinito bacino d’utenza energetico. Ricerca che venne spesso ostracizzata da chi vedeva in questa opportunità una potenziale minaccia ai propri interessi economici; Tesla dovette abbandonare ogni velleità in tal senso per mancanza di finanziamenti.
Ma l’illustre scienziato non aveva ancora finito di stupirci: nel 1887 dirotta con vigore le proprie attenzioni verso una branca d’indagine allora piuttosto controversa, quella dei “raggi cosmici”, arrivandone a formulare persino una teoria (secondo la quale esisterebbero in natura particelle elettriche di non certa provenienza, magari prodotte da stelle e/o supernovae, utilizzabili come fonte d’energia eterica). Famosa ed emblematica è l’immagine che ritrae lo scienziato seduto e imperturbabile, nel suo laboratorio, assorto nel prendere appunti, mentre tra lui e il soffitto si dispiegano saette e fulmini in ogni direzione, che si diceva fosse in grado d’innescare e produrre artificialmente.
Oggetto di studio furono anche le correnti telluriche, per mezzo delle quali appurò la effettiva qualità di buon conduttore del suolo terrestre.
Nel 1898, disponendo della somma di 150.000 dollari, inaugura l’inizio del cantiere di costruzione della Wandrclyffe Tower, forse nota ai più come Torre di Tesla, struttura ideata per la trasmissione dell’energia senza fili e destinata al settore della telefonia attraverso l’atlantico. Una divergenza di vedute tra lo scienziato e i finanziatori, tra i quali era annoverato anche il ricco banchiere J.P. Morgan, causò, seppur vicina al completamento, il blocco dei fondi destinatari; e questo con gran rammarico di Tesla che, non certo per la prima volta, vedeva alcuni dei propri “entusiasmi” scientifici svanire in una bolla di sapone.
Ironia del destino volle che, nel 1917, la torre venisse smantellata nonostante, nel 1904, a causa di una variazione di “paternità” voluta dall’ufficio brevetti, l’invenzione della radio venisse attribuita ufficialmente al Nobel Guglielmo Marconi.
Il mistero sul "raggio della morte" di Nikola Tesla
L’alone di mistero più forte però, rimane quello che avvolge il mito del “raggio della morte” che Tesla avrebbe brevettato in gran segreto negli ultimi anni di vita. Arma magnetica (Teleforce) che, s’ipotizza, avrebbe permesso di distruggere qualsiasi nemico a qualsiasi distanza; composta da un generatore erogante una grande differenza di potenziale, un amplificatore atto a sviluppare la forza generata e un tubo a vuoto destinato a concentrare e “comprimere” il fascio di particelle, venne ritenuto “brevetto” degno di attenzione anche dal Dipartimento della difesa americana.
Non so se mai ci sarà dato di squarciare il velo misterico che avvolge Tesla e, in modo particolare, alcune delle affascinanti invenzioni che gli vengono attribuite; come nemmeno posso affermare quanto ci sia di vero nel mito che lo abbraccia da sempre. Ma su una cosa non nutro alcun dubbio: il suo talento, il suo genio, il suo saper anticipare i tempi, quegli stessi che lo vedranno eccellere tra le più grandi menti scientifiche di sempre, quegli stessi tempi presso i quali saprà lasciare una traccia indelebile.
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