Lo scrittore Jules Verne nel celebre (e forse anche profetico) "Viaggio al centro della Terra" scritto più di centocinquanta anni fa parlava dell'esistenza di un grande mare situato nelle profondità del mantello terrestre. Oggi questa ipotesi non è più relegata al solo mondo della fantasia poichè ha trovato conferma in un rivoluzionario studio di ricercatori internazionali tra i quali un geologo italiano Fabrizio Nestola che afferma: "La scoperta, non solo permette finalmente di spiegare le anomalie osservate tramite tomografia sismica profonda, ma apre uno scenario completamente nuovo sull'interno del nostro pianeta".
Se le stime dello studio venissero confermate, l'idea della conformazione generale del nostro pianeta andrebbe completamente rivista: all'interno della Terra ci sarebbero oasi d'acqua la cui estensione totale potrebbe essere pari a 10 volte quella dell'oceano Pacifico, che copre 1/5 della superficie del pianeta. A stimarlo un team di ricercatori, di cui fa parte anche Fabrizio Nestola dell'Università di Padova, che hanno pubblicato su Nature uno studio che apre nuovi scenari sull'evoluzione del magmatismo terrestre e della tettonica delle placche. Il lavoro dei ricercatori parte dall'olivina, un minerale che costituisce il 60% dell'interno della Terra, dalla superficie fino ai 410 chilometri. E che, con l'aumento di pressione e temperatura si trasforma in minerali con la stessa formula ma una differente disposizione spaziale dei suoi atomi, diventando prima wadsleyite e ringwoodite, che si dovrebbero trovare tra mantello superiore e mantello inferiore cioè in quella zona detta di transizione tra i 410 e i 660 chilometri di profondità.
Analizzando la propagazione delle onde sismiche in profondità, tuttavia, gli scienziati ritenevano che in quella fascia si dovesse trovare qualcosa di densità inferiore: creando in laboratorio i due minerali con un minore densità i ricercatori hanno generato artificialmente a wadsleyite e ringwoodite in grado di ospitare fino al 2,5% di acqua avvicinando così la densità dei due materiali a quella dell'olivina e facendo pensare che la fascia sia davvero un'oasi di acqua all'interno della Terra. Il team di ricerca ha individuato per la prima volta un campione di ringwoodite terrestre ancora incapsulato all'interno di un diamante trovato in un giacimento brasiliano del distretto di Juina e tale campione contiene circa l'1,4% di acqua. "La scoperta - spiega Nestola - non solo permette finalmente di spiegare le anomalie osservate tramite tomografia sismica profonda, ma apre uno scenario completamente nuovo sull'interno del nostro pianeta".
Infatti, l'1,4% di acqua nella ringwoodite permette di stimare un contenuto medio dell'1% di acqua nella zona di transizione. Tale percentuale corrisponde a uno spessore di acqua liquida di circa 8 km sull'intera superficie terrestre. Considerando che l'Oceano Pacifico copre circa un quinto di tutta la superficie terrestre ed è profondo in media 4,2 km, per confronto, è come se avessimo ben "nascosta" all'interno della Terra una quantità di acqua pari a circa 10 oceani profondi come il Pacifico".