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15 giugno 2015

PREPARARSI ALLA MORTE CON I VIAGGI FUORI DAL CORPO

Ana Leboeuf è un’infermiera brasiliana che ha vissuto un’esperienza di morte imminente (NDE). Da anni si dedica alla ricerca sul rapporto tra coscienza e cervello, indagando anche sulla morte e sulle uscite dal corpo (OBE) in quanto membro della IAC (Accademia internazionale di Coscienziologia) . L’abbiamo incontrata a un recente congresso e le abbiamo chiesto perché a suo modo di vedere il fatto di abituarsi a vivere esperienze fuori dal corpo aiuta a perdere la paura della morte.

“Praticare le proiezioni fuori dal corpo è uno dei modi più sicuri di perdere la paura della morte” ci risponde. “ Infatti la proiezione è in se stessa una specie di morte provvisoria. Se il soggetto prende coscienza di essere fuori dal proprio corpo fisico, vive coscientemente una specie di morte e si rende conto che questa esperienza non ha nulla di spaventoso. Ho notato che le persone che hanno una certa familiarità con le proiezioni parlano spesso della morte, al contrario della maggioranza della gente che fa di tutto per evitare questo tema. Devo aggiungere che personalmente credo nella reincarnazione e penso che capire di stare compiendo un processo evolutivo di cui una vita e una morte non sono altro che tappe aiuta a superare la paura di morire.”

Quindi è solo la paura dell’ignoto che genera il tabù della morte?

Oltre al terrore dell’ignoto, tra le cause principali per cui la maggior parte delle persone ha paura della morte e tende a rimuovere il pensiero di dover morire un giorno ci sono gli attaccamenti. Gli attaccamenti sono ciò che ci lega a questa vita. In particolare siamo attaccati ai nostri cari e di conseguenza temiamo di perderli.  Abbiamo paura della morte perché la morte ci separa da tutti coloro che abbiamo amato. Un altro lavoro importante per prepararsi alla morte, oltre alla pratica delle proiezioni fuori dal corpo, consiste nel vincere gli attaccamenti.

Dobbiamo staccarci affettivamente dai nostri cari?

Certo che no.  È giusto voler bene ai propri familiari, ma il fatto di sapere di aver già vissuto varie vite e di aver avuto molti padri, molte madri, molti fratelli, molti mariti o mogli ai quali siamo stati legati esattamente come oggi lo siamo ai nostri cari ci può aiutare a vedere tutto nelle giuste proporzioni. Se ci rendiamo conto che oggi alcuni di questi esseri sono in questa dimensione come noi, mentre altri si trovano in dimensioni extrafisiche. Se scopriamo che abbiamo amato tutti questi esseri come oggi amiamo i nostri familiari attuali, allora perdiamo l’attaccamento morboso alla nostra famiglia.

Lei fa parte di un gruppo di studio sulla morte fondato dall’IAC. Potrebbe parlarcene?

Volentieri. Si tratta di un gruppo che viene chiamato “invisibile” in quanto non ha una sede fisica. Ci incontriamo settimanalmente online per discutere del tema della morte. Annualmente avviene un incontro effettivo durante il quale affrontiamo temi specifici quali un video, o un libro. In queste occasioni organizziamo attività aperte al pubblico, sempre legate al tema della morte.

Questo gruppo è aperto a tutti?

Sì a tutti, a condizione di essere accettati dai coordinatori. Abbiamo persone di vari paesi e usiamo varie lingue.

Avete progetti per il futuro?

In effetti sì. Vorremmo dialogare con persone e organizzazioni fuori dalla IAC. Il nostro progetto ha un nome: Vita sana, morte felice. Per vita sana non intendiamo tanto la salute fisica quanto quella psichica.  Spesso le persone che hanno una malattia cronica grave si preoccupano solo di guarire fisicamente, ma non pensano alla propria salute coscienziale che potrebbe aiutarle a passare in modo felice in altre dimensioni. Un’altra proposta è lavorare con pazienti terminali e con i loro famigliari. Nel gruppo abbiamo una psicologa specializzata nel tema dell’elaborazione del lutto che potrebbe aiutare le famiglie a vivere il dolore della perdita. È importante  non rimuovere il lutto, ma vivere il dolore in modo sano e positivo.

Vi interessate anche di culture antiche o tradizionali dove il concetto di morte è radicalmente diverso dal nostro e dove la vita dopo la morte non viene messa in dubbio?

Personalmente sono convinta che tutti noi siamo già passati da queste antiche credenze. Nell’esistenza presente dobbiamo preparare le nostre vite future. Se, grazie alle tecniche di proiezione, riusciamo a conservare una certa lucidità durante il processo di morte, potremo affrontare meglio il periodo tra le vite e preparare le nostre prossime incarnazioni. Anche l’IAC ha una tecnica chiamata retrocognizione che permette di raccogliere informazioni da vite passate, forse vissute proprio nei popoli e nelle civiltà cui faceva allusione. Tuttavia, se come credo stiamo compiendo un processo evolutivo, allora sappiamo che ciò che siamo oggi è meglio di ciò che siamo stati nelle vite precedenti. Perciò credo sia molto importante guardare avanti anziché legarci al passato e usare al meglio ciò che siamo stati in questa vita.

La meditazione può aiutare a prepararci alla morte?

La meditazione si può paragonare alla proiezione. Se l’interessato ha un buon livello di evoluzione si troverà a livelli extrafisici elevati. Ma se al contrario ha molte immaturità, troverà livelli corrispondenti. È vero che durante queste esperienze possiamo incontrare delle entità più evolute che ci aiutano. Io stessa durante l’esperienza di premorte ho incontrato un’entità molto più evoluta di me. Ho sentito la sua grande serenità, la pace che emanava. Ma questi incontri non fanno evolvere automaticamente. Semmai servono a capire che dobbiamo lavorare su noi stessi per arrivare a un livello migliore. Non credo che il solo fatto di meditare ci aiuti nell’evoluzione. Credo molto più nel lavoro concreto nella vita di tutti i giorni. Quando medito posso effettivamente toccare un livello più alto, ma se ciò non viene unito alla pratica, rimane molto teorico. Non bisogna dimenticare che la vita spesso ci confronta con molte immaturità, molta violenza e che tutto ciò mette alla prova il nostro livello evolutivo.


Florinda Balli


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1 commento:

Maxmode ha detto...

Ecco....adesso ci mancava quest'asceta della reincarnazione...cosa che aborrisco,mi terrorizza e non credo che completi nel modo più assoluto un essere umano... Primo perchè fino ad oggi ho sentito parlare così morbosamente di aldilà che è la cosa in cui spero maggiormente.. Prim,così mi posso evolvere a livello spirituale,esplorare altre dimensioni per come sono io ora..e mi piaccio per tante cose... Rinscere nero,indiano,bangladese,aborigeno o rumeno mi terrorizza... Io sono estremamente fiero di esser'Bianco e italiano,adoro il mio grado di cultura che spererei di ampliare il più possibile nella simensione spirituale,viaggiare con lo spirito e vedere tutti quei posti nella prima dimensione spirituale che non ho avuto la possibilità di fare nel mondo fisico. Rivedere i miei cari...e rinascendo senza ricordo alcui in un essere di cui gia da ora so che non avrei alcuna stima mi fa orrore... Mi piace moltissimo il libro del Dottor'Carlo Splendore,sul sito Edicolaweb.net che non esiste più,che parla di varie dimensioni sempre più spirituali e COMPLETE... NELLA seconda ad esempio sei spirito e ti muovime comporti come spirito,ma sei ancora attacato alla Terra,OVVIAMENTE CON I TUOI RICORDI,puoi spostarti a tuo piacimento,mentalmente e vedere tutti i luoghi che ti piacerebbe visitare...(mica male...),così come nella Terza Sfera puoi formare il tuo mondo mentale semplicemente con i pensieri... Formare la mia casa pensiero in mezzo all oceano o in mezzo al bosco,ecc... Affinare le proprie abilità scientifiche,musicali,ecc.... QUESTO....SI CHE SPERO CON TUTTO ME STESSO E MI PRE UN ALDILÀ DAVVERO COMPLETO.. Rinascere non Europeo,senza i miei particolarissimi pensieri a cui tengo tantissimo ed essere un bantù qualunque e ricominciare magari una"vita"nel Burundi,oltretutto odio il caldo e amo i luoghi nordici(vabbè che oggi questi immigrati...basta che alzano il ditino e chiedono...e vanno dove vogliono)senza le tante stupende e importantissime persone della mia vita...mi sembra quanto di più schiavista e incompleto nel viaggio dell'evoluzione.... Il personaggio in questione magari anzichè in Brasile sta bramando di"rinascere"(DETTO CHE NON CI CREDO NEL MODO PIÙ ASSOLUTO E LI TROVO PIUTTOSTO PERICOLOSI...ma questo è un mio personale punto di vista eh...)negli USA,o in Scandinavia... E altro nodo mica da poco...se hai una OBE da quel'ch fino ad ogg ne so,si"esplora"il cosidetto Aldilà.. Uscire dal corpo per andre dal tuo divano al tuo balcone e non avere nessuna esperienza spirituale non mi sembra tutta questa cosa degna di fare proseliti.... Ci può riuscire quasi chiunque con l'LSD o la Dimetiltriptamina(o l'Ayauasca),se non con la Chetamna a quanto ne so.... NO....questa cosa spero con tutto me stesso sia una mistificazione(rupeto,a mio modo di vedere anche pericolosa)perchè di morire,"rinascere"come chicchessia,non vorrei essere neppure un miliardario bellissimo o cosa,io mi piaccio e vorrei continuate con tutto me stesso ad esser'Massimiliano e a ricordare tutte le cose belle o meno della...o delle mie vite... Qualcuno mi capisce ed è d'accordo con me o preferirebbe(ovviamente non credo si possa scegliere come da Mike Bongiorno...)rinascere e cominciare a ripensare come un altro.. Perchè poi c'è da calcolare che quando"ri"nasciamo i primi 3/4 anni non abbiamo nessuna memoria..... Quindi significherebbe tra le altre cose che per tutto quel tempo si è al buio... E una sola volta nella vita mi basta...

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